I lettori ci scrivono

Torniamo alle poesie imparate a memoria

Gli studenti di oggi fanno molta fatica ad esercitare la memoria, quasi il lavoro mnemonico fosse un lavoro forzato e utilizzano la memoria a brevissimo termine, quasi fosse considerata una cosa “usa e getta”.

Le informazioni, per gli alunni, devono restare in testa solo per il tempo necessario ed ecco perché fanno molta fatica a ricordare fatti, date e avvenimenti storici.

Insomma utilizzano la memoria solo per breve tempo.

Una volta, i docenti di un tempo facevano esercitare molto la memoria ai propri alunni e, proprio quegli alunni ora adulti ricordano ancora oggi tutte le informazioni che hanno appreso quando andavano a scuola.

I ragazzi di oggi, invece, no.

Nella scuola di ieri agli studenti i maestri e i professori facevano imparare le poesie dei grandi della Letteratura italiana per esercitare la memoria.

Oggi, invece, abbiamo studenti senza “memoria”, o meglio con una memoria “corta” oppure “usa e getta”.

Far imparare a memoria i grandi capolavori poetici che hanno formato generazioni di studenti, apriva la mente e lo spirito li faceva sentire liberi, carichi di emozioni interiori, arricchiti nei valori e nei sentimenti, perché i grandi Poeti della Letteratura Italiana (Dante, Petrarca, Boccaccio, Leopardi, Manzoni, Montale, Quasimodo) ispiravano pulsioni profonde dell’animo.

Senza la poesia dei campioni della letteratura italiana, il mondo delle emozioni appare più vuoto, più incerto, più arido.

Insomma tornare a far imparare a memoria vuol dire abituare gli studenti ad esercitare la memoria, a ricercare la propria identità di cittadini italiani attraverso la riscoperta dei celebri poeti della nostra letteratura e a tramandare la sapienza e la conoscenza.

 

Mario Bocola

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