Diventano consistenti le spinte per il ritorno delle lezioni in presenza già prima di Natale, soprattutto se dovesse confermarsi la riduzione dei contagi da Covid-19. Dopo la smentita della ministra Lucia Azzolina per le sue dichiarazioni rilasciate La Repubblica sulla quasi certezza che fino all’anno nuovo la DaD continuerà in tutte le scuole superiori e nelle zone rosse pure in seconda e terza media, si sono susseguite le dichiarazioni di chi auspica un ritorno in classe repentino. A partire dal ministero dell’Istruzione, il quale sostiene che “tutta la struttura ministeriale, insieme agli uffici territoriali, sta lavorando per riportare in classe quanto prima studentesse e studenti che al momento sono in didattica digitale”.
Nella nota, il MI ricorda che la decisione è supportata dalla “convinzione, espressa con chiarezza in questi giorni anche dal Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che una chiusura prolungata delle scuole possa produrre un impatto negativo sui nostri studenti, dal punto di vista psicologico e della dispersione scolastica”.
A dare manforte al dicastero di Viale Trastevere è anche il G20, che in un comunicato sostiene di avere “preso misure per mitigare l’impatto della pandemia del Covid-19 sull’istruzione”.
Il gruppo dei 20 capi di Stato dei Paesi con le economie più importanti, è convinto che occorra “continuare a garantire l’istruzione in tempi di crisi con l’attuazione di misure per assicurare l’apprendimento di persona e, se necessario, un efficace insegnamento a distanza”.
Anche per il G20, infatti, “un’istruzione di qualità inclusiva ed equa per tutti è centrale per combattere le disuguaglianze”.
Dello stesso parere si dicono i ricercatori universitari. Ma anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, che dice all’Ansa come la scuola in presenza sia “un elemento fondamentale della crescita e del processo formativo dei nostri ragazzi”.
Per l’esperto del Cts, dunque, la riapertura degli istituti “deve essere una priorità”: in sostanza, ribadisce Miozzo, per scienziati ed esperti quello della scuola deve essere il primo tema al centro del dibattito politico sulle riaperture.
Il tema è molto sentito anche tra i parlamentari. Ad iniziare dall’ex premier Matteo Renzi.
“Le scuole chiuse sono una sconfitta per tutti. Allargano la forbice delle diseguaglianze, penalizzano gli studenti più svantaggiati economicamente. Non c’è ripartenza se la scuola non occupa il cuore delle priorità”, ha fatto sapere il presidente della commissione istruzione e cultura del Senato, Riccardo Nencini.
Poi ha aggiunto: sulla scuola “il governo sta lavorando per affrontare con maggiore flessibilità il mese di dicembre”.
Per farlo si attuerà “un adeguato piano dei trasporti; alla riapertura l’organico dev’essere al completo e soprattutto è necessaria una politica unitaria, vigilata dal governo, che non affidi a ogni regione il potere di fare come le pare e ai TAR il giudizio finale sulle chiusure dei plessi scolastici, come successo in Puglia e in Campania”.
Il senatore Pd Tommaso Nannicini auspica – su Twitter – che si agisca per le “scuole aperte con orari rivisti e didattica alternata; supplenti e personale per gestire l’emergenza; fondo povertà educativa per creare “rescue teams” contro abbandono e disagio. Facciamo ora queste scelte o rassegniamoci a mettere in bancarotta il futuro”.
Pure il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, e vicepresidente della Commissione Cultura di Montecitorio, si schiera con il “coordinatore del Cts Miozzo e il presidente” Anp Antonello Giannelli: la riapertura delle lezioni in presenza deve avvenire, dice, nella massima sicurezza, un concetto che “deve essere la priorità della politica e delle Istituzioni. Non possiamo continuare a contare i danni incalcolabili per il futuro di ragazzi e ragazze del nostro Paese”.
Per Fratoianni bisogna “trovare soluzioni ottimali per i trasporti, non se ne parli solo il giorno prima della riapertura degli istituti scolastici. E soprattutto, se si può riaprire qualcosa si cominci dalle scuole”
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