Prosegue in rete e soprattutto nei social il toto-ministri.
I nomi sono, più o meno, sempre gli stessi: Pittoni e Valditara per la Lega, Ronzulli, Bernini e Aprea per Forza Italia. Per Fratelli d’Italia, per il momento, non ci sono nomi di spicco, anche se qualche giorno fa si era parlato di Ella Bucalo e Paola Frassinetti; in realtà, a quanto si dice, sembra che il partito di Giorgia Meloni sia poco interessato al Ministero dell’Istruzione, considerato particolarmente “rischioso”.
Ogni decisione riguardante il mondo della scuola, infatti, potrebbe accontentare una parte ma scontentarne un’altra.
Il caso più evidente è quello del precariato: considerato che, per motivi di spesa e anche per altre ragioni, sarebbe molto difficile una stabilizzazione generale dei 200mila e più docenti precari in servizio in questo momento una eventuale misura in questo ambito potrebbe riguardare solo una parte dei precari, con il rischio di scatenare le proteste di tanti altri.
In ogni caso è probabile che i nomi che stanno circolando in questa fase non abbiano molto fondamento e che alla fine a viale Trastevere possa arrivare una vera e propria sorpresa, come peraltro accadde nel 2018 quando il Ministero dell’Istruzione venne affidato a Marco Bussetti di cui nessuno aveva parlato fino a poche ore prima della sua nomina.
Ma, al di là di chi dovrà governare la scuola, quali potrebbero essere le prime mosse del futuro Ministro?
Difficile dirlo, perché le esigenze sono tante.
In ogni caso è possibile che chi andrà a viale Trastevere tenterà di “intestarsi” il merito della chiusura del contratto scuola, data ormai per imminente dagli stessi sindacati.
Tenuto conto dei tempi è quasi sicuro che l’integrazione all’atto di indirizzo che metterà a disposizione del tavolo contrattuale altri 300 milioni di euro sarà firmato proprio dal nuovo esecutivo, anche se lo stanziamento arriva dalla legge di bilancio di un anno fa.
Per il resto è ancora presto per capire quali misure saranno inserite nella legge di bilancio per il 2023.
Certo è che le risorse finanziarie sono modeste anche perché le emergenze sono davvero importanti, a partire dal caro bollette.
E’ possibile, quindi, che il futuro Ministro voglia puntare su misure poco costose ma di grande impatto nei confronti dei docenti e degli studenti.
E allora potrebbe arrivare un ridimensionamento delle prove Invalsi e dei PCTO e magari anche un ritorno al voto numerico nella scuola primaria.
D’altronde già Marco Bussetti, 4 anni fa, aveva seguito – con un certo successo – questa strada.
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