Il quotidiano La Repubblica ha pubblicato la pagella di terza elementare, frequentata in carcere all’età di 22 anni, del boss mafioso corleonese Totò Riina, deceduto nel 2017, capo di Cosa Nostra dagli anni Ottanta. I suoi voti sono davvero ottimi.
Riina, detenuto, nel 1952, nel carcere di Turi, ha frequentato le lezioni con profitto: studia, si applica ed è un esempio per i suoi compagni. Sulla pagella nessuna insufficienza: sette in italiano, in storia e geografia. Otto in aritmetica e in disegno. Nove in “educazione morale e civica”. Che, a distanza di anni, suona come un paradosso.
Il futuro capo dell’ala stragista si definiva già un boss davanti ai suoi compagni. Incuteva timore e rispetto. Anche lo stesso maestro sembrava soggiogato dal timore reverenziale per i suoi alunni turbolenti ma inaspettatamente volenterosi. Nel giudizio della pagella il docente scriveva: “La classe si dimostra volenterosa. È gente diversa, eterogenea. Volti pensosi ed occhi indagatori mi fissano. Ho stabilito con essi quella concordia basata sul reciproco rispetto e penso d’essere stato compreso pienamente”.
L’anno susseguente Riina si è iscritto alla quarta elementare senza concluderla perché nel 1954 viene trasferito a Termini Imerese.
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