Questi giorni di metà novembre sono giorni inquietanti per il Miur e per il ministro Profumo. Tutto sembra franare intorno al ministro, che ha sempre predicato trasparenza amministrativa, meritocrazia e valorizzazione professionale. I sospetti di un “corvo” all’interno del palazzo di viale Trastevere e le luci di un’inchiesta accese dalla redazione di “Report”, fanno emergere vergognosi sprechi, irregolarità contabili e relazioni clientelari e affaristiche, con personaggi discutibili.
Si parla addirittura di una vera e propria cricca dell’appalto truccato.
Se tutto quello che sta emergendo, dai documenti inviati dal misterioso “corvo” o “talpa interna al Miur” a Il fatto quotidiano, fosse vero, saremmo di fronte ad un’associazione a delinquere.
Si tratterebbe non solamente di un reato di tipo penale e amministrativo, ma anche di un reato etico. Infatti con i risparmi provenienti dai tagli dissennati di gelminiana memoria, che hanno fatto incassare al Miur ben oltre 8 miliardi di euro, piuttosto che incentivare e valorizzare i docenti, come previsto dall’art. 64 della legge 133/2008, hanno addirittura bloccato gli scatti degli stipendi e sprecato le nostre risorse economiche, per alimentare il solito mal costume degli appalti truccati.
Dall’inchiesta degli inviati della Gabanelli, si parla dell’elargizione di centinaia di miglia di euro, per le cosiddette “pillole del sapere”, che possiamo ribattezzare, come “pillole della vergogna”, dello stanziamento di quasi un milione e mezzo di euro da destinare a prodotti multimediali per la scuola, e ancora molti altri sprechi anche pluri-miliardari, come emerge dai documenti del “corvo” che parlano ad esempio 6,2 miliardi di contributi comunitari a fondo perduto, 3 miliardi di budget statale e un miliardo l’anno di fondi ordinari per gli enti di ricerca.
Al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca cadono dalle nuvole, non conoscono il contenuto del dossier anonimo citato da Il Fatto Quotidiano di oggi nell’articolo sulle presunte irregolarità nella gestione dei fondi dedicati alla ricerca.
Il ministro Profumo garantisce massima trasparenza, si impegna a procedere ad accertamenti amministrativi volti a controllare se esistono reali anomalie amministrative e contabili nella gestione dei fondi nazionali e comunitari degli ultimi anni. Il timore più che giustificato è quello che tra corvi e inchieste di Report, si sta scoperchiano il coperchio di una pentola maleodorante che mette a rischio implosione il Miur e potrebbe anticipare la fine di legislatura per il ministro Profumo.
Le dimissioni di Profumo si renderebbero necessarie anche perché è un ministro che qualche giorno fa aveva proposto l’aumento delle ore di servizio da 18 a 24 dei docenti di scuola secondaria, mentre nel suo ministero si elargivano miliardi per clientele e favori.
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