Un’insegnante palestinese di Betlemme, Hanan al-Hroub, originaria del campo profughi di Deisha, è stata inserita nel gruppo dei dieci finalisti per il premio come “miglior insegnante del mondo”.
La donna è stata scelta dalla Varkey Foundation, una delle più importanti organizzazioni internazionali di educazione e formazione dei docenti, tra 8.000 insegnanti di tutto il mondo.
I nomi dei finalisti sono stati annunciati tramite un messaggio video dell’astrofisico britannico Stephen Hawkings, uno dei padrini illustri del premio. Le motivazioni per la scelta della docente palestinese – riferiscono i media – riguardano il suo particolare metodo di insegnamento “focalizzato sulla non violenza, l’insegnamento attraverso il gioco e il metodo di relazione con gli studenti con problemi di comportamento originati dalle violenze a cui sono soggetti a causa dell’occupazione israeliana”.
La singolarità della notizia e il motivo per il quale la docente palestinese è stata inserita tra i 10 finalisti al lusinghiero premio sta proprio nel successo del suo approccio coi ragazzi, nato, come lei stessa ha spiegato, dalla diretta conseguenza dell’esperienza personale dell’insegnante.
“Sono nata in un contesto in cui la violenza era ed è all’ordine del giorno, e ho dovuto crescere in fretta”, ha raccontato in un video l’insegnante parlando del trauma subito dai suoi figli quando videro il padre colpito dal fuoco dell’esercito mentre tornavano da scuola.
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“Lo shock subito – ha spiegato – condizionò pesantemente il comportamento, la personalità e i voti dei miei figli”. Non sentendosi aiutata da nessuno, tantomeno dagli insegnanti, la giovane palestinese ha deciso di inventare nuovi metodi di apprendimento attraverso il gioco, coinvolgendo anche i figli dei vicini.
“Poco dopo aver iniziato queste attività ho riscontrato netti miglioramenti nei miei figli: cresceva la sicurezza in loro stessi e miglioravano anche i voti a scuola. Per questo decisi di cambiare il mio indirizzo di laurea e diventare un’insegnante”.
Ma al-Hroub spiega ancora che le violenze cui sono soggetti i bambini palestinesi, non sono solo fisiche, “molti bambini subiscono violenze psicologiche non apparenti, sono inseriti in un ambiente aggressivo, ricevendo input negativi anche dalle immagini che riportano i media: per questo mi sono focalizzata sull’approccio non violento per la risoluzione dei conflitti personali”.
Il trionfo dell’insegnante è stato definito dal ministro dell’Educazione dell’Autorità nazionale palestinese Sabri Saidam “un successo per la Palestina e gli insegnati palestinesi”.
C’è infine da notare che negli stessi giorni in cui è arrivato tale riconoscimento, i docenti palestinesi protestavano, scendendo in piazza, per ottenere condizioni lavorative migliori.
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