Sono sempre stato fermamente contrario all’ingresso dei genitori negli apparati decisionali della scuola, tanto più sono ancora nettamente contrario sulle decisioni prese dal Governatore della Regione Puglia, in merito alla scelta da parte della famiglia se mandare o meno il proprio figlio a scuola per far didattica in presenza.
In tempi di grave sanitaria con i contagi che sono in costante crescita in quanto frutto delle inosservanze delle rigide regole anti-assembramento imposte dal Governo durante il periodo delle vacanze natalizie, l’unica cosa da fare (perché giusta e sensata) era di posticipare la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado come hanno fatto alcuni Presidenti di Regione con apposite ordinanze.
Concedere la facoltà ai genitori di scegliere se i figli dovessero frequentare la scuola in presenza o a distanza è veramente deleterio, è antieducativo e antididattico. Significa dare ai genitori la facoltà di comportarsi nei modi più disparati e scriteriatamente possibili senza rendersi minimamente conto delle difficoltà oggettive che si vengono a creare nel personale docente e soprattutto per la stessa organizzazione della didattica.
Non è possibile avere un solo alunno in classe e tutto il resto a casa e dover gestire contemporaneamente due situazioni francamente incompatibili che richiedono approcci didattici e metodologici differenti. Qui, insomma, siamo passati dalla DAD (didattica a distanza), alla DDI (didattica integrata digitale) alla DAS (didattica a scelta). La scuola è ormai diventata un supermarket dove c’è chi entra, chi esce e ancor più per molte famiglie è diventata un baby parking. Come si può pensare di affidare la scelta della didattica alle famiglie senza tenere minimamente conto dei docenti? Questi ultimi sono diventati le marionette nelle mani delle famiglie da utilizzare alla bisogna.
Gli insegnanti sono i professionisti dell’istruzione, sono loro che hanno in mano i cervelli dei ragazzi e ci lavorano per farli diventare cittadini responsabili del domani. Non considerarli significa annientarli e non riconoscere affatto il loro ruolo sociale ed educativo. Alla faccia della mission della scuola quale luogo di educazione e di formazione delle future generazioni. Tale situazione di didattica mista ingenera negli studenti soltanto confusione e disorientamento e negli insegnanti sentimenti di disaffezione verso la scuola e ancor più di grande incertezza e smarrimento.
La cosa migliore è fare una didattica interamente in presenza o a distanza evitando altre forme spurie che ingenerano soltanto forme di stress e tensioni. Considerato che siamo in una grave situazione di emergenza sanitaria è bene continuare soltanto con la DAD sperando che l’epidemia faccia scendere quasi a zero l’indice di trasmissione del virus. Riaprire le scuole a ridosso della fine delle festività natalizie e di fine anno è stata una scelta senza alcun senso dal momento che non si conoscevano i dati della curva epidemiologica del periodo natalizio.
E le Regioni hanno proceduto in ordine sparso affidandosi al buon senso dei Governatori. D’ora in poi dal momento che da più parti si sta parlando dell’arrivo di una nuova ondata è bene pensare sin da ora di lavorare sodo per ripartire in sicurezza dal prossimo mese di settembre invece di andare cincischiando con soluzioni tampone che non portano da nessuna parte. Quindi rimandare la ripartenza delle scuole al prossimo anno scolastico in piena sicurezza adottando tutte le misure precauzionali, invece di adottare mezzi e mezzucci da DAD, DDI e ancora peggio DAS!
Mario Bocola
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