Secondo la ricerca “L’Italia e la sua reputazione: l’Università”, condotta da Italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo, il numero di università presenti nelle prime 100, 200, 500 e 1000 posizioni a livello globale, su circa 20mila atenei nel mondo, emerge che, se è vero che non ci sono università italiane nella top 100, l’Italia posiziona però il 40%” dei suoi atenei tra i primi 1000 a livello mondiale, una percentuale migliore di Stati Uniti, Cina e Francia, con meno del 10% delle loro università, ma anche di Regno Unito, Germania e Spagna.
Tra le zone d’ombra, spicca tuttavia il fatto che l’Italia ha meno atenei per numero di abitanti rispetto agli altri paesi e un corpo docente più anziano rispetto alla media europea. In particolare, in Italia sono 99 gli enti universitari, in media 1,65 per ogni milione di abitanti, meno della metà di Francia, Germania e Regno Unito. Per quanto riguarda i professori, stando ai dati Ocse del 2016, secondo lo studio di Italiadecide «l’Italia dimostra avere l’università più vecchia: più della metà dei docenti è over 50 (solo un quarto lo è in Germania)» e ha il «più scarso ricambio generazionale, con percentuale di docenti under 30 irrisoria (in Germania è circa il 25% dei docenti)».
Inoltre, sembra putre che circa uno su due degli atenei italiani è tra i migliori mille al mondo e per questo i nostri studenti possono trovare in Italia le opportunità per un’alta formazione addirittura più qualificata rispetto a tanti atenei stranieri.
La ricerca ha dimostrato, «con dati oggettivi, che la posizione dell’Italia in settori importanti» come «l’alta formazione è migliore di quanto comunemente ritenuto e competitiva con quella dei principali paesi con cui ci confrontiamo».
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