I lettori ci scrivono

Tra pensione anticipata e compresenza in classe

Il prof. Lodolo d’Oria da tempo immemore si sta battendo per ottenere una legge che anticipi l’età della pensione agli insegnanti, per il lavoro in classe è diventato sempre più stressante a causa delle dinamiche relazionali sempre più complesse e delle varie tipologie di alunni con problemi comportamentali sempre più frequenti.
Continuiamo di nuovo a sostenere e ribadire con forza, che allo stato attuale i docenti hanno sempre più difficoltà a relazionarsi con gli alunni, a causa di moltissimi fattori e che sono costretti ad un surplus di lavoro psico fisico di notevole entità che richiede un dispendio esagerato di energie. Siamo, purtroppo, di fronte ad alunni che devono essere educati da zero perché i genitori non lo sanno fare più, a famiglie disastrate, a madri e padri soli, che non conoscono le regole da impartire per educare i figli.
A questo proposito si ritiene indispensabile dotare la classe di un’ulteriore figura di docente che deve fungere da supporto alla classe. Insomma si torna a ribadire il concetto del ripristino della compresenza.
Le generazioni di alunni che stanno arrivando nelle scuole sono sempre più incontrollabili (con diverse problematiche per lo più legati a comportamenti devianti); infatti sono per lo più iperattivi, si muovono in continuazione, si alzano senza chiedere il permesso al docente, chiedono di andare spesso in bagno, hanno gravi difficoltà di concentrazione, hanno problemi di dislessia e di disgrafia: insomma sono una generazione molto problematica che l’istituzione scuola non può pretendere che sia un solo docente a risolverla.
Occorre, quindi, correre ai ripari subito prima che tutto il sistema crolli. Sono ormai lontanissimi i tempi, quasi siano passati secoli da quando il docente era rispettato dagli alunni e per i genitori la parola dell’insegnante era sacra e non si discuteva. Due mondi opposti che hanno letteralmente frantumato la società, avendola condotta alla rovina verso una strada senza ritorno. Nei corridoi delle istituzioni scolastiche si ripete: “Sarà sempre peggio!” e allora dobbiamo prendere coscienza che il detto “si stava meglio, quando si stava peggio!” suona proprio alla lettera.

Mario Bocola

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