Diego De Silva, scrittore, giornalista e sceneggiatore, in un’intervista al Fatto Quotidiano critica duramente le tracce della maturità su Ungaretti e Pirandello, definite raffinate e complesse: “La scuola oggi riesce veramente formare uno studente a svolgere questi temi? Se fossi stato un ragazzo non avrei saputo farli”. L’autore boccia le proposte letterarie e la tipologia “B”, che abbraccia vari ambiti come artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, e sociale. Tuttavia, salva solo i temi d’attualità su Rita Levi Montalcini e sulla Rete.
“Io alla maturità darei una traccia sulla mamma. Sai quante cose si possono dire sulla maternità, sulla madre. Basterebbe leggere l’ultimo libro di Antonio Franchini per capirlo. Dico questo perché ad ogni esame di Stato noto un gap tra ciò che viene insegnato in classe e le proposte del ministero. Uno svolgimento serio su Ungaretti e Pirandello bisogna saperlo fare senza scrivere fregnacce da Facebook. Non si può chiedere ai nostri ragazzi di affrontare autori e questioni di così grande valore se non sono formati a sufficienza. È una delle più grandi ipocrisie del nostro sistema”.
Tuttavia, lo scrittore napoletano se stamattina si fosse trovato alla Maturità avrebbe tentato Pirandello: “La traccia permette un trampolino di lancio per parlare della grande rivoluzione dei nostri tempi: la tecnologia. Io sono passato dai libri scritti con la macchina da scrivere alla Rete”.
Per quanto riguarda la tipologia “B”, De Silva dice che si sarebbe buttato su Nicoletta Polla Marriot in “Scoprire il silenzio. Arte, musica, poesia, natura fra ascolto e comunicazione” perché richiama le diverse forme di spiritualità che pullulano in Rete e tra i giovani. Bocciata, invece, la proposta del ministero sulla “Storia d’Europa” di Galasso: “Per farla serve che un ragazzo prenda in mano Limes ma non ne ho mai visto uno. Anzi – dice ironicamente De Silva – verrebbe bullizzato dagli altri…”.
Promossi a pieni voti invece Montalcini e Maurizio Caminito con il testo tratto da “Profili, selfie e blog”. “Decisamente belli. Amo il tema dell’imperfezione. È una traccia sull’estetica che fa ragionare sul fatto che il difetto sta nella natura delle cose. Una proposta, quest’ultima, che può portare i ragazzi a riflettere anche sull’anoressia, sulla bulimia. Così il parlare di blog e selfie: è qualcosa che gli appartiene, che sperimentano ogni giorno.
Ecco queste sono tracce che veramente tutti possono affrontare senza essere banali e scontati. È un po’ come parlare della mamma”. Infine, De Silva aggiunge: “Sa, se fossi io il ministro, darei un tema a piacere. Questa sarebbe una bella prova”.
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