Attualità

Transizione digitale e didattica, parte la Scuola 4.0 ideata dal Ministero dell’Istruzione

La didattica, come ogni pratica ed arte, necessita di continui aggiornamenti e, in termini storici, di revisione e secolarizzazione facendo riferimento alle strumentazioni, alle metodologie ed alle tecnologie continuamente disponibili di cui il mercato abbonda. Già nel 2019 Jan Heart, nel suo Top 200 tools for learning, aveva evidenziato come i portali, i supporti, le reti di cui attualmente disponiamo in vita privata e a casa presentano un potenziale, sia come mezzo sia come pubblico, praticamente sfruttabile all’infinito dalla didattica, la quale fa fatica a confrontarsi già con estensioni digitali, portali e banche dati, come si evince dallo scarsissimo utilizzo di tali strumenti. Il Ministero dell’Istruzione, già dal 2013, aveva promosso l’idea della così già definita nuvola, un complesso eterogeneo di strumenti didattici a cavallo tra cartaceo e digitale messi a disposizione delle singole discipline e corsi dalle case editrici, obbligate di fatto a provvedere credenziali, CD e relative estensioni con tanto di esercizi annessi ed aree personali. Il Ministro dell’Istruzione ha ribadito l’importanza nonché l’intimità che deve caratterizzare il rapporto tra didattica e digitale, che debbono procedere a braccetto per garantire un itinerario educativo stimolante e completo.

Strumenti, aule innovative, apparecchiature: una questione di rete fisica e digitale

I fondi del PNRR occorrono, in prima linea, per l’ammodernamento dei plessi siti al limite dell’agibilità, almeno sulla carte, nonché alla messa in opera di cavi in rame, fibra ottica ed altre infrastrutture atte a garantire una connessione ad Internet rapida, funzionale e sicura, con l’allestimento, sostiene il Ministero, di almeno 100.000 aule per una didattica innovativa; entro il 2026 queste dovranno essere distribuite in tutto il paese, sostituendo quelle in cui si tiene una didattica tradizionale. Altri elementi menzionati, oltre alla mancanza di infrastrutture, riguardano direttamente l’assenza di banche dati, ad esempio per le discipline letterarie, nonché di adeguata formazione digitale per i docenti, non solo limitata alla fruizione fisica delle apparecchiature suddette, ma anche ad una gestione consapevole della mole infinita di dati in rete per ovviare sgradevoli fenomeni di infodemia. I 2,1 miliardi di euro saranno conferiti ai plessi scolastici senza alcun bando, ma sulla base del numero degli studenti iscritti e delle aule da ammodernare. 

Internet e connessione a banda ultra larga al centro: non scordiamoci della formazione 

Il Piano Scuola poc’anzi menzionato si propone l’obiettivo complesso di garantire una connessione ad Internet rapida, facile da utilizzare e da manutenere: per la velocità prevista di 1 Gbit/s in accesso, con almeno 100 Mbit/s in via simmetrica garantiti fino ai punti di scambio della rete. Nell’ambito di tale piano, al momento, sono state coinvolte più di 13.000 istituti in rete. L’idea di Scuola 4.0 dovrebbe, con i fondi del PNRR, garantire un impulso decisivo a tale processo delicato e complesso. Il riconoscere tale necessità impellente, come si evince da una società in costante evoluzione tecnologica – i cui sviluppi ed utilizzo della tecnologia debbono essere monitorati e garantiti adeguatamente da progetti simili – è uno dei primi passi cruciali per un processo di adeguamento della didattica e – di certo – della modernizzazione di un paese che può fare del digitale arma attrattiva e vincente. 

Andrea Maggi

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