Categorie: Mobilità

Trasferimenti al Nord, doppia mossa del Governo per far rientrare i docenti a casa nel 2017

Il Governo ha in mente una doppia “mossa” per permettere ai tanti docenti trasferiti dal Sud agli ambiti del Nord: gli effetti si avranno, però, solo tra un anno.

Trasformare i posti dell’organico di fatto, i posti venutisi a determinare ad inizio estata, in organico di diritto. Ma anche incrementare il tempo pieno, quindi incrementare l’orario settimanale, al Meridione. Lo ha detto alla Stampa del 9 agosto, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.

“Nella prossima legge di stabilità – dice il “renziano” al quotidiano torinese – introdurremo un provvedimento per trasformare l’organico di fatto in organico di diritto. E già dal prossimo anno scolastico potenzieremo il tempo pieno anche a Sud: un modo per andare incontro alle esigenze dei bambini, creando anche occupazione. Ma per alcune misure abbiamo bisogno di tempo”.

Si tratta, osserviamo noi, di misure che indubbiamente incrementerebbero il numero di cattedre. Ma anche molto onerose. E per questo, necessitano di essere inserite nelle Legge di Stabilità. E siccome non si potranno chiedere al Mef finanziamenti ulteriori, l’esecutivo sta cercando di capire dove andare ad estrapolare i fondi all’interno del comparto istruzione.

“Stiamo già lavorando per cercare di ridurre il numero e eventualmente il periodo di tempo fuori”, comunque assicura Faraone. E aggiunge, come già rilevato da Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd: “il numero di chi dovrà trasferirsi calerà con le assegnazioni provvisorie che usciranno nei prossimi giorni”.

Il sottosegretario respinge quindi al mittente la massa di critiche giunte nei confronti del Miur per gli errori sui trasferimenti su ambiti territoriali: “Abbiamo grande comprensione per chi deve trasferirsi lontano da casa, ma faccio presente si tratta di un 10-15 per cento degli assunti, una percentuale assolutamente fisiologica”.

“Stiamo assumendo 180 mila persone: è normale che qualcuno debba spostarsi, ma la differenza col passato è che prima si emigrava con un contratto precario, ora con un contratto a tempo indeterminato. Trovo irrispettoso parlare di esodo o deportazione in questa situazione: chiedo un po’ più di rispetto verso i tanti ragazzi che in altri campi, dal Mezzogiorno, sono costretti – conclude Faraone – a emigrare e senza nemmeno una garanzia di assunzione”.

 

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Alessandro Giuliani

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