Le rassicurazioni del ministro Giannini e del sottosegretario Faraone non hanno convinto i docenti trasferiti su ambiti distanti dalla residenza.
Dopo le proteste di questi giorni, con momenti di tensione vissuti a Napoli e Palermo, i contestatori si sono riorganizzati e si dicono pronti a tornare in piazza già lunedì 8 agosto.
L’obiettivo rimane sempre lo stesso, scrivono in una nota: “manifestare contro la legge 107/2015 denominata ‘la Buona scuola’, che sta compiendo il più grande esodo forzato di insegnanti dal Sud al Nord della Penisola”.
I docenti delle regioni del sud saranno uniti da diverse manifestazioni di piazza: dalle 10 in Puglia sotto il porticato del Consiglio regionale in viale Capruzzi a Bari, in Basilicata davanti la sede dell’Usr Basilicata in piazza delle Regioni a Potenza e in Sicilia davanti la Prefettura di Palermo in via Cavour.
Per i docenti contestatori, del resto, “i numeri parlano chiaro: 1.700 insegnati in Puglia, 700 in Basilicata e 5 mila in Sicilia solo per la primaria e la secondaria di primo grado, saranno costretti il primo settembre ad abbandonare la propria terra e i propri affetti per raggiungere le sedi assegnate dall’algoritmo del Miur le cui modalità di incrocio dei punteggi e delle sedi non sono ancora state chiarite”.
Stiamo assistendo, continuano, esponendo pure la loro proposta, ad “un esodo, che come esplicitato nelle mozioni approvate nei consigli regionali in sostegno dei docenti neoassunti dalla riforma, potrà essere scongiurato con una approfondita verifica delle operazioni legata alla mobilità (con la richiesta di un ritiro dei provvedimenti in caso di accertate anomalie e illeciti) e soprattutto con la possibilità di riadeguare le cattedre dell’organico dell’autonomia al fine di fare rientrare in sede tutti i docenti di tutte le fasi interessati dall’esodo e recuperare quel gap storico che vede il Sud penalizzato rispetto Nord“.
Se, invece, il Miur dovesse confermare la la linea intrapresa in questi giorni, con quasi 7.500 docenti (secondo le stime dei contestatori,) costretti a fare le valigie, allora i docenti che lunedì torneranno in piazza sono pronti a fare passi ulteriori. Pure a livello associativo. “Questo il primo vero passo – sottolineano – per costruire una federazione delle organizzazioni e dei movimenti spontanei di docenti che a livello locale, su tutto il territorio nazionale, si sono costituiti al fine di contrastare le ingiustizie presenti nella 107/2015”.
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