“Siamo certi che il ministero dell’Istruzione chiarirà perché ci sono dei docenti con più punti che sono stati trasferiti lontano”.
“E perché, invece, altri insegnanti, apparentemente con meno punti, ma forse con precedenze di varia natura, concorsuali o di salute, sono stati assegnati vicino casa”.
A dirlo è stato Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, nel corso della rubrica settimanale “L’angolo del direttore”, in diretta su Radio Cusano Campus.
“Riteniamo probabile che l’esperienza negativa avuta con la primaria, con solo alcuni ex provveditorati che hanno pubblicato i dati analitici sulle fasi e sulle precedenze, non si ripeterà: già con i trasferimenti della scuola secondaria di primo grado, poi quelli delle superiori, dovremmo avere maggiore uniformità e trasparenza nella pubblicazione degli elenchi dei trasferimenti. Altrimenti, ci accingiamo a vivere un mese di agosto davvero ‘bollente’, con provveditorati ed Uffici scolastici regionali che dovranno fare i conti con una raffica di richieste di accesso agli atti da parte dei docenti a cui l’assegnazione vicino casa è stata negata”.
Il nostro direttore, ha quindi ricordato l’alta percentuale, soprattutto in alcune province, di docenti che si sono avvalsi della precedenza per seri motivi salute, propri o di un parente da assistere, ottenendo in molti casi il trasferimento in ambiti territoriali vicini: “è un dato di fatto che vi siano delle zone d’Italia, in particolare al Sud, dove la quantità di 104 concesse è davvero troppo elevata rispetto alla media nazionale, per cui le istituzioni farebbero bene a verificarne i motivi”.
A proposito di anomalie, Giuliani si è anche soffermato su quella riguardante l’insolita percentuale di non ammessi agli orali, molto superiore al 50%, che ha caratterizzato il concorso a cattedre 2016: “è un numero decisamente alto, anche perché si tratta di docenti già abilitati, con le Ssis, i Tfa o i Pas, che hanno già superato selezioni ed esami conclusivi. Non si comprende a cosa sia legata così tanta severità, ma sta di fatto che a settembre molte cattedre potrebbero tornare ad essere assegnate agli stessi insegnanti che le commissioni hanno reputato non idonei a fare il docente nella scuola pubblica”.
Giuliani, infine, si è raccomandato con i docenti radio ascoltatori interessati alla chiamata diretta a “verificare scuola per scuola l’offerta dei posti da parte dei dirigenti scolastici, anche alla luce del fatto che in questi primi giorni alcuni presidi hanno deciso, avvalendosi dell’autonomia scolastica, di mutare non solo i parametri di accesso, ma anche la tempistica già decisa dall’amministrazione centrale: nel caso, i posti non dovessero essere messi a ‘bando’ dalle scuole oppure i docenti non si fossero collocati in posizione utile per vedersi assegnare i posti liberi, a decidere le sedi del prossimo triennio di questi insegnanti saranno gli Uffici scolastici regionali, ma con i punteggi tradizionali della mobilità e non più con la chiamata diretta”.
“Il Miur – ha concluso Giuliani – probabilmente avrebbe fatto meglio a rimandare le novità legislative sulla chiamata diretta al prossimo anno scolastico, così come chiedevano i sindacati”.
Ascolta la puntata integrale (clicca qui)
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