Rischia di finire in tribunale la scarsa trasparenza sulle procedure automatiche con cui sono stati collocati i docenti sugli ambiti territoriali.
A minacciarlo, con toni decisi, è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
“Se dal Miur non arriverà alcuna risposta alla nostra istanza di accesso agli atti, ci rivolgeremo direttamente alla magistratura”, dice il 24 agosto il sindacalista, facendo riferimento alla richiesta inviata dalla Gilda al ministero dell’Istruzione il 5 agosto scorso per conoscere l’algoritmo utilizzato per l’assegnazione delle sedi ai docenti in base al nuovo CCNI sulla mobilità.
“In base alla normativa vigente, il ministero dell’Istruzione ha 30 giorni di tempo per rispondere alla nostra richiesta, il termine sta dunque scadendo e ad oggi non abbiamo ancora ricevuto riscontro. Il principio di trasparenza amministrativa – conclude Di Meglio – è sancito dalla legge e il Miur è tenuto a rispettarlo”.
Il silenzio del ministero dell’Istruzione sulla vicenda dovrebbe avere quindi i giorni contati. In caso contrario, se ne riparlerà in tribunale. Dove i giudici saranno chiamati ad esaminare le richieste di accesso agli atti, evidentemente non soddisfatte, per capire i motivi che hanno potato al trasferimento lontano da casa.
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