“Non è prerogativa di un buon Premier quella di persuadere la gente di ciò che è smentito dai fatti”.
Rispondono per le rime i Partigiani della Scuola Pubblica (Psb) di Bologna, commentando le parole rassicuranti di Matteo Renzi sulla riforma della scuola pronunciate la sera del 9 agosto alla festa dell’Unità di Casalgrande, nel reggiano (“Quello che stiamo facendo sulla scuola è la cosa più importante, anche se non siamo stati bravi a spiegarlo, fra 20 anni i risultati sulla scuola si vedranno”).
Per i docenti Partigiani i “fatti nel caso della ‘Buona scuola’ parlano solo di danno erariale, assunzioni con sistemi da caporalato, prive di trasparenza, con danni documentabili a lavoratori con figli disabili gravi, falsate da un algoritmo difettoso e senza ritorno in qualità per l’utenza”.
Secondo l’associazione emiliana, quindi, “oggi, vista l’imminente apertura dell’anno scolastico e le migliaia di errori commessi dall’algoritmo, al premier non resterebbe altra soluzione che ripristinare il sistema di conferimento di incarico ai docenti basato su precedenze documentate e rispettose dell’art.3 della Costituzione, con la prospettiva ineludibile di rivedere tutto l’impianto della legge 107/2015 sotto la supervisione di chi la scuola la conosce davvero”.
Per l’associazione, quindi, “l’unico modo per salvare la scuola dal caos sarebbe oggi ammettere il fallimento e ricominciare daccapo con umiltà”.
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