Sulle crescenti lamentale per i trasferimenti su ambiti territoriali, il ministro dell’Istruzione apre alla possibilità che vi siano state delle anomalie.
A colloquio con Rainews 24, il responsabile del Miur ha detto, rispondendo a chi le chiedeva di possibili errori dell’algoritmo ministeriale, che “può capitare che su questi grandi numeri” della mobilità “ci siano segnalazioni di non corrispondenza tra quanto richiesto e quanto assegnato” a un insegnante.
“Si tratta di capire se c’è un’anomalia o un’imperfezione. Caso per caso stiamo esaminando tutte le segnalazioni”, “garantendo a questi insegnanti la possibilità di avere la migliore condizione possibile entro le prossime settimane in modo che anche quest’anno scolastico inizi regolarmente”.
Giannini ha comunque auspicato che le “inevitabili imperfezioni del sistema” delle assegnazioni “siano il numero più ridotto possibile”.
Giannini, dopo aver sottolineato che la procedura è stata sottoscritto con un “contratto di mobilità condiviso con le sigle sindacali”, ha anche tenuto a dire che a fronte di possibili errori, esiste “una procedura di conciliazione. E’ una normalità – ha detto il ministro -, fa parte del mondo della scuola per tutti quei casi in cui c’è una controversia. Sarà questo il modo in cui gli uffici scolastici regionali, in costante contatto con noi, affronteranno e stanno affrontando i casi segnalati. A noi spetta il compito di verificare che tutto si svolga regolarmente e che, dove serve, si possa intervenire“.
“La mobilità – ha aggiunto Giannini – è un fenomeno normale, di questi tempi, nel mondo della scuola. La differenza di quest’anno è che è un piano di mobilità straordinario. L’anno scorso abbiamo approvato la legge 107 che ha immesso in ruolo 90 mila insegnanti. Di questi una piccola parte è soggetta a uno spostamento” previsto dalla stessa Buona Scuola. E che, quindi, i docenti conoscevano. Tanto, aggiungiamo noi, circa 40mila abilitati delle GaE un anno fa di questi tempi hanno deciso di non presentare domanda di assunzione per le fasi B e C del piano straordinario.
“La differenza rispetto al passato – conclude il ministro – è che gli insegnanti partono con un contratto a tempo indeterminato, ma nel momento in cui si fanno le valige, pur avendo spontaneamente accettato questa inevitabile condizione che la legge prevede, si vive comprensibilmente un disagio”.
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