Non si arrendono i docenti del Sud collocati su ambiti trasferiti al Nord Italia: il 12 agosto si sono ritrovati in centinaia a Palermo, davanti all’Usr Sicilia.
A gran voce hanno chiesto il ritiro delle operazioni di mobilità su ambito, che giudicano “errate nella gran parte dei casi ed incomprensibili nel loro svolgimento, e la possibilità di restare nella loro residenza almeno fino a quando si conosceranno gli esiti delle assegnazioni provvisorie”.
“Tale obbiettivo – ha detto Dario Furnari, della Usb Scuola – si raggiungerebbe facilmente aumentando il tempo scuola (tempo pieno e prolungato a Sud come al Nord e ampliamento delle ore dedicate alle discipline), rimediando ai tagli operati trasversalmente dai vari governi da Berlinguer ad oggi (incluso)”.
“Non sono richieste basate sul nulla – ha spiegato Luigi Del Prete, anche lui Usb Scuola – perché il ministero è consapevole degli errori grossolani che ha compiuto il sistema. Chiediamo che, nell’attesa di ottenere il rientro, anche temporaneo tramite assegnazione provvisoria, le famiglie già emotivamente scosse dai trasferimenti raffazzonati non debbano sobbarcarsi anche l’ingente spesa di viaggio, vitto e alloggio della mamma o del papà per pochi giorni”.
I docenti speravano in un incontro con qualche rappresentante nazionale del Miur e non a caso avevano chiesto la partecipazione del sottosegretario siciliano Davide Faraone: da Viale Trastevere, però, non è stato mandato nessuno.
Nella stessa giornata, torna a protestare la Gilda degli insegnanti: “Siamo a ferragosto – ha detto preoccupato Rino Di Meglio, coordinatore del sindacato autonomo – ma decine di migliaia di docenti ancora non sanno dove insegneranno dal 1 settembre. Questa situazione, oltre ad essere umanamente insostenibile per dei professionisti, mette anche in crisi l’organizzazione delle scuole che solitamente in agosto predispongono tutti gli adempimenti necessari per il regolare e sereno avvio delle lezioni”.
“Questi sono i veri effetti della legge 107/2015 – denuncia Di Meglio – e non Le magnifiche sorti e progressive propagandate dal Ministro e dal Governo che pervicacemente negano ogni errore e difficoltà di una legge pensata e scritta malamente la cui realizzazione sta incontrando difficoltà insormontabili, che gravano su tutta la comunità scolastica”.
“Di fatto, ad oggi, migliaia di classi sono senza titolari e i ritardi dovuti agli errori della mobilità, a quelli del concorso e al macchinoso e confuso sistema della chiamata diretta fanno temere al coordinatore della Gilda che un numero impressionante, molto maggiore degli scorsi anni, di scolari e studenti, e di famiglie, non solo non sapranno quali saranno i loro insegnanti, ma vedranno una ‘girandola’ di supplenti peggiore degli scorsi anni“, conclude il leader della Gilda.
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