Era un anno che non si parlava più di abuso della Legge 104 da parte dei docenti del Sud: l’ultimo a sollevare il problema era stato l’ex sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.
In quel caso, si partì dalle anomalie di Agrigento, dove il tasso di spostamenti legati alle precedenze per motivi di salute, quasi sempre non propria, aveva toccato percentuali stratosferiche. Tanto da far intervenire la magistratura.
A ritornarci stavolta, su scala nazionale, è stato il Corriere della Sera, che il 2 luglio ha commentato, attraverso una delle sue firme più argute, Giani Antonio Stella, il dossier nazionale prodotto da Tuttoscuola sui trasferimenti della primaria con effetto 1° settembre 2017.
“I numeri – scrive il giornale – non lasciano dubbi: su 2.902 trasferimenti interprovinciali per l’anno 2017/2018 nella scuola primaria, solo 7 son dovuti alla precedenza data dalla «104» in tutto il Nord Ovest, 5 in tutto il Nord Est, 48 nel Centro e 564 nel Centro-Sud”.
“Le quote regionali confermano: 0,0% di spostati grazie alla 104 in Friuli, 0,7% in Veneto, 0,9% in Piemonte e nelle Marche, 1,0% in Toscana, 1,2% in Lombardia, 1,5% in Emilia-Romagna… Sul versante opposto: 35,0% in Molise, 37,2% in Puglia, 66,6% in Campania, 72,9% in Sicilia e infine quel sonante 79,5% in Calabria”.
Lo squilibrio, a favore delle regioni del Sud, è evidente. Ma sotto accusa non è la legge del ‘92 che prevede nei trasferimenti degli insegnanti un diritto di precedenza a favore di quanti documentando la propria disabilità o la necessità di fornire «assistenza al coniuge, ed al figlio con disabilità; assistenza da parte del figlio referente unico al genitore con disabilità; assistenza da parte di chi esercita la tutela legale.
I riflettori sono puntati sul fatto che sulla fruizione di questa legge, scrive Stella, “Calabria batte Friuli 79 a 0: uno squilibrio folle. Che dilaga in tutto il Sud danneggiando colleghi che in graduatoria erano davanti ai furbetti. Ma ancor più insopportabile è che questa prepotenza, anche se smascherata, non sia repressa con l’unica sanzione vera: il trasferimento degli imbroglioni lì dove stavano”.
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L’elaborazione di Tuttoscuola non ammette dubbi. Perché si basa su “dati ministeriali sui trasferimenti interprovinciali di docenti della «primaria» (le medie e le superiori arriveranno più avanti) per il prossimo anno scolastico. Il tutto dopo un’interrogazione del leghista Paolo Grimoldi sulla voce che 530 insegnanti su 1.000 avessero ottenuto «il trasferimento al Sud grazie a quanto previsto dalla legge 104 sulla tutela dei disabili».
L’eccessivo allargamento sembrerebbe dovuto al fatto che la precedenza per «l’assistenza ad altri familiari disabili» è stata concessa con troppa facilità: su questo punto, “Dorenzo Navarra, un insegnante di Sciacca che aveva creato l’Associazione Insegnanti in Movimento perché furente contro l’eccesso di trasferimenti concessi con la motivazione di quella legge sacrosanta: i giudici avevano accertato con l’inchiesta «La carica dei 104», che in effetti uno su quattro dei docenti «premiati» col trasloco ad Agrigento da Cuneo, Rovigo o Vipiteno, aveva ottenuto quello spostamento dichiarando il falso. I numeri noti, però, si limitavano finora all’area girgentina”.
Ora, Tuttoscuola conferma: “l’uso corretto e insieme quello scorretto della legge del ‘92 – riassume il quotidiano milanese – incidono sul 72,6% dei trasferimenti interprovinciali nelle «primarie» siciliane. Con punte dell’81,5% a Palermo, dell’83,3% a Trapani, del 100% a Agrigento e a Enna. Cento percento! Numeri appena appena ridotti al di là dello Stretto, con l’87,5 in provincia di Vibo Valentia e del 97,1% a Cosenza”.
Il Corriere dalla Sera non vuole sfociare nel qualunquismo. “Sia chiaro: vivere nel Mezzogiorno, per chi deve farsi carico di una persona non autosufficiente, è molto più complicato che vivere al Nord. I presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari, usati principalmente come spiega l’Istat «da anziani e non autosufficienti», sono squilibrati in modo agghiacciante”.
Quindi, “non c’è proprio paragone, tra chi ha certi problemi gravi nel Sud o nel Nord. E sarebbe ingiusto non tenerne conto”.
Ma “detto questo, l’uso sistematico del raggiro della legge da parte di molti furbetti, com’è emerso dalle inchieste e dalle stesse denunce (rare: e mai seguite da gesti di rottura) di qualche sindacato, grida vendetta a Dio”.
“Mesi fa su «La Sicilia», lo spiegò il provveditore di Agrigento Raffaele Zarbo: «Non c’è alcuna norma che costringa a revocare il trasferimento ottenuto grazie alla precedenza suddetta, nel caso in cui la stessa venga revocata dopo il medesimo trasferimento»”.
“E Ignazio Fonzo, uno dei magistrati più impegnati a smascherare gli imbroglioni, conferma: «Già il rimpatrio là dove chi ha fatto il furbo stava, per me, è poco. Che razza di esempio dà un professore che imbroglia? Lo rimettiamo in cattedra a insegnare? Cosa insegna agli studenti: “furbizia applicata”? Ma queste sono le regole. Se non le cambiano noi giudici possiamo soltanto fare solo ciò che dice la legge”, conclude il Correre della Sera.
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