C’è gran fermento nel mondo della scuola a seguito della pubblicazione dei trasferimenti della scuola primaria. Sono ore drammatiche per centinaia e centinaia di insegnanti cosentini che si vedranno costretti a fare le valigie, destinazione Nord.
E’ stato un week end di fuoco quello appena trascorso per tantissimi insegnanti della primaria, che dopo aver visualizzato i risultati dei trasferimenti sono entrati nel panico più assoluto. Diverse sono state le anomalie che si sono registrate, molte delle quali, segnalateci dagli insegnanti. Negativi i commenti da ogni parte e malcontento generale, generato dalla pubblicazione dei trasferimenti sia provinciali che interprovinciali. Ad essere fortemente penalizzati i docenti trasferiti, assunti con il piano straordinario previsto dalla “legge 107/15”.
Ad ottenere il trasferimento in provincia solo 274 insegnanti, moltissimi sono rimasti fuori. Intanto, da poche ore l’ufficio scolastico provinciale ha reso note le disponibilità residue dopo i movimenti. Davvero poche. Non c’è molto da sperare. Tante le disfunzioni emerse, causa forse di un sistema che opera senza criterio alcuno e senza controllo, come lamentano molti insegnanti. Paradossale il fatto che tantissimi prof con maggiore punteggio siano stati trasferiti al nord del Paese, mentre alcuni con punteggio inferiore abbiano ottenuto la sede vicino casa. E’ il caso della maestra Debora che con 51 punti è stata trasferita a Mantova mentre una collega con soli 20 punti ha avuto la sede in città.
Così, come questo, tantissimi altri casi di docenti che, pur avendo punteggi elevati, sono stati superati da altri con punteggio più basso. Nè tantomeno,è stato rispettato il sistema delle precedenze. Questo ha mandato nel pallone la stragrande maggioranza dei prof, che ora sono sul piede di guerra.Naturalmente non si può dimenticare che la maggior parte di insegnanti sono di sesso femminile e per giunta mamme, che saranno costrette a lasciare i figli, gli affetti e la casa, per andare a lavorare fuori regione, creando un notevole disagio. Certo, bisogna tenere presente che i lavoratori della scuola sono persone e non numeri, né pacchi che si possono mandare da un capo all’altro. Intanto, si accusa il Miur (ministero dell’istruzione) di mancanza di trasparenza nelle operazioni, difatti non sono chiari i criteri con cui il cervellone informatico abbia agito, insomma-dicono gli insegnanti- “troppo pressapochismo”.
Molti stanno già inviando reclamo all’ufficio scolastico provinciale, mentre a breve toccherà ai docenti delle medie fare i conti con il rischio esodo. Quest’anno, come previsto dalla legge, si è dato luogo ad una “mobilità straordinaria” che, di conseguenza, ha comportato anche procedure straordinarie nei tempi e nei numeri, cui forse l’intero sistema non era pronto a fronteggiare, ma a pagarne il dazio ancora una volta saranno i docenti. L’ultima spiaggia per poter restare in provincia è l’assegnazione provvisoria che potrà essere richiesta solo da chi è in possesso di determinati requisiti.
I tempi saranno strettissimi per fare domanda e i docenti saranno obbligati ad inviare il curriculum alle scuole disponibili, per ricevere poi, la famosa “chiamata diretta” da parte del dirigente scolastico, che selezionerà il docente in base alle proprie competenze.
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