Non tutti gli ambiti territoriali, quelli che fino a qualche anno fa erano i provveditorati agli studi, si comportano allo stesso modo.
In certi casi, in assenza di direttive precise dall’amministrazione centrale, infatti, le operazioni si trasformano in norme quasi a libera interpretazione. È questo il caso dei trasferimenti della primaria e della scuola dell’infanzia su ambiti territoriali, pubblicati a fine luglio: perché degli ambiti territoriali che hanno reso note molte più informazioni su ogni docente trasferito rispetto ad altri ex provveditorati (che si sino limitate all’essenziale).
Si trattava però di dati importanti, perché laddove omessi, probabilmente nella maggior parte dei casi, hanno dato adito, nel corso del week end ormai passato, a dure prese di posizione da parte di chi si è sentito scavalcato da altri colleghi con punteggi anche anche molto più bassi (non dichiarando, in pratica, che questi ultimi hanno beneficato di qualche genere di lecita precedenza).
Ad evidenziare questa difformità di pubblicazione dei dati sui trasferimenti della primaria su ambito, ma anche per l’infanzia, è stato il “Coordinamento Nazionale Docenti Fase C, che nel denunciare “un’illegittima disparità tra i vari uffici territoriali in merito ai dati visualizzabili negli elenchi dei movimenti mobilità Primaria/Infanzia”, ha rilevato che “alcuni AT, come quello di Bologna, si premurano di inserire in elenco la fase dei movimenti cui il docente appartiene, consentendo una valutazione più accorta della correttezza delle operazioni di assegnazione, mentre altri AT, come quello di Milano, decretano, invece, che tutti i dati, diversi da punteggio e sede di trasferimento, siano visualizzabili solo tramite richiesta di accesso agli atti, rendendo impossibile valutare in prima istanza che non siano stati commessi errori.
Per il coordinamento, la disparità di trattamento dei dati sensibili non può avere alcuna giustificazione: la ritengono “lesiva dei diritti dei singoli insegnanti coinvolti nelle operazioni, oltre che non conforme alle norme di trasparenza. Ci auguriamo – concludono – che venga presto risolto questo problema”.
Non è da meno Bartolo Pavone, segretario generale della Federazione nazionale Confintesa scuola, che nel chiedere chiarezza e annunciare una immediata “nota di protesta al Miur”, ha bacchettato i responsabili dello stesso ministero dell’Istruzione perché ad oggi non avrebbero reso “noti i criteri di assegnazione”.
Poi entra nel merito di alcune delle segnalazioni pervenute alla Federazione: mancato trasferimento su sede, ottenuta invece da altro docente con minor punteggio; docente che potendo essere soddisfatto su posto comune nel primo ambito richiesto si è ritrovato trasferito d’ufficio, su sostegno, lontanissimo dalla provincia di residenza; docente che pur beneficiando della precedenza per la legge 104 si è visto superare da chi era senza precedenza.
“Occorreva- conclude Bartolo Pavone – maggior cura nel garantire un corretto funzionamento dl sistema che gestisce le operazioni. Non è accettabile che le persone siano costrette a percorrere le vie del contenzioso per vedere riconosciuti i propri diritti”.
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