Nel valzer delle nomine dei presidi ci sono anche nomi e volti noti. Ad esempio, l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina siederà come dirigente scolastica all’istituto comprensivo Biella 2. Questo quanto afferma La Stampa.
Per l’ex ministra si tratta di un ritorno. Lucia Azzolina infatti era già stata docente all’Iti e sindacalista Anief. Sempre a Biella la Azzolina ha dato alla luce, qualche settimana fa, il 21 giugno, il suo primogenito, Leonardo, avuto dall’avvocato Giovanni Rinaldi.
L’ex capo del dicastero di Viale Trastevere nel 2020 e 2021, nel pieno della pandemia, ha svolto il concorso per dirigente scolastica e, nell’agosto 2021, ha preso ufficialmente servizio all’istituto comprensivo Giaracà della città aretusea.
Ecco le sue dichiarazioni, rilasciate a Il Corriere della Sera: “Da una parte sono molto felice di tornare in Piemonte, dove c’è la mia famiglia e dove ho lavorato da sempre come docente a parte 4 anni a La Spezia. Dall’altra, non nego di essere dispiaciuta di lasciare la scuola di Siracusa dove ho lavorato come preside fino alla fine di maggio, un mese prima della nascita di mio figlio, mi ci ero affezionata”.
“È un istituto comprensivo in cui credo molto, perché è una porta di integrazione della città. Si lavora molto sul concetto di inclusione, il vero compito della scuola”, ha concluso, parlando della prossima scuola di cui sarà a capo.
Azzolina, nonostante al momento sia lontana dalla politica, è sempre vicina al mondo della scuola: pochi giorni dopo la nascita di suo figlio si è rivolta pubblicamente al ragazzo, anonimo, che, dopo essere stato bocciato, ha scritto una lettera alla scuola in cui ha espresso tutta la sua amarezza e disillusione.
Ecco le parole dell’ex grillina: “Caro ragazzo, Ti scrivo non in qualità di ex ministra e nemmeno come dirigente scolastica o come insegnante, perché delle mie prediche sono sicura che non sappia cosa fartene e perché non è dell’esercizio dell’autorità o, peggio, del giudizio di un’adulta che hai bisogno in questo momento. Semplicemente, ho letto la tua lettera e mi ha fatto riflettere. Sicuramente, da neo mamma, un giorno dovrò confrontarmi anch’io con le delusioni scolastiche di mio figlio. Da docente ne ho visti di casi del genere, ma dalla nuova prospettiva che la vita mi ha regalato inizio a sentirmi ancora più vicina e allora ti scrivo sperando che tu voglia ascoltare qualche parola disinteressata. Penso che ogni aspettativa per un futuro migliore, con annessa speranza, potremo realizzarla solo se come famiglia e come scuola assumeremo tutti la responsabilità della comprensione, della valorizzazione della personalità di ciascuno. Nella tua lettera struggente e piena di rabbia, rivolta a una scuola che, a tuo dire, ti ha rifiutato e considerato alla stregua di un numero, spegnendo progressivamente la tua curiosità e la tua passione, affermi perentoriamente: ‘Poi… Giuro, butto questa maledetta penna e non scrivo mai più, basta racconti, basta poesie, basta saggi e argomentazioni, che ovviamente paiono belli solo a me! Basta sperare inutilmente!’”.
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