Ai Comuni andranno 150 milioni di euro per i servizi aggiuntivi del trasporto scolastico necessari per contenere la diffusione della pandemia da Covid-19: il sì è arrivato, il 18 novembre, dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti territoriali che ha approvato lo schema di decreto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, di concerto con il ministro dell’Istruzione e con il ministro dell’Economia e delle Finanze che stabilisce i criteri per assegnare le risorse ai singoli Comuni o associazioni di Comuni.
Ai Comuni, spiega il ministero delle Infrastrutture, “possono essere assegnate risorse fino al 30% della spesa sostenuta nel 2019 per il trasporto scolastico per gli importi per i servizi aggiuntivi erogati nell’anno scolastico 2020-2021 e rendicontati nell’esercizio finanziario 2021”.
“Per l’anno scolastico in corso ciò vale per i contratti sottoscritti alla data di entrata in vigore del decreto. Con un successivo decreto direttoriale saranno definite le modalità di presentazione delle domande e per la rendicontazione delle spese”, ha concluso il ministero.
Il problema dei trasporti quest’anno non è stato in effetti mai affrontato in modo capillare. Soprattutto nei grandi centri cittadini, il potenziamento delle corse non si è mai realizzato. Così si è ripresa l’attività didattica su doppi turni.
Una necessità imposta delle prefetture, d’accordo con gli Usr e le aziende sanitarie locali, che non è piaciuta molte famiglie e nemmeno a diversi dirigenti scolastici, come Mario Rusconi (Anp Roma) che parla di “ragazzi privati del tempo per studio e socialità”.
Da un sondaggio effettuato alcuni giorni fa da Skuola.net, con 3mila alunni delle scuole superiori coinvolti, è risultato che per la quasi totalità dei ragazzi i mezzi pubblici continuano a essere sovraffollati: solo il 6% riesce a trovare misure adeguate e i giusti spazi tra i passeggeri di bus, tram e treni.
Sempre dal sondaggio è risultato che appena 1 studente su 3 ha dichiarato che tutti i compagni di viaggio indossano correttamente la mascherina: la restante parte (il 62%) ha sottolineato come alcuni passeggeri ignorino questo aspetto.
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