Il recente Decreto sostegni bis introduce un fondo consistente per aumentare corse e mezzi, per cercare di risolvere o in qualche modo avviare a soluzione il grande numero di problemi legati al trasporto pubblico e le scuole. Si tratta di 450 milioni in più per i trasporti, fondi che potranno essere utilizzati da Regioni, Province Autonome e Comuni, che si potranno avvalere di operatori economici esercenti il servizio di trasporto di passeggeri su strada, titolari di licenza per il servizio taxi, noleggio con conducente, attraverso specifiche convenzioni. Inoltre, 15 milioni di euro, sono destinati a quelle scuole che si doteranno di un mobility manager ed entro il 31 luglio 2021 vareranno un piano di spostamenti casa – scuola – casa di personale e allievi. In questi piani potranno rientrare iniziative come il Piedibus, il car pooling e il car sharing, ma anche il bike pooling e il bike sharing.
Chi è il mobility manager? Non si tratta di una figura nuova, anzi, è un ruolo che è stato introdotto dalla legge 221 del 28 dicembre 2015, entrata in vigore a inizio 2016, che disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali.
In questo quadro legislativo al Ministro dell’istruzione era richiesto di adottare specifiche linee guida per favorire l’istituzione in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nell’ambito della loro autonomia amministrativa ed organizzativa, della figura del mobility manager scolastico.
Il mobility manager scolastico, che la legge 221/15 presenta all’articolo 5 comma 6, è una figura professionale scelta su base volontaria e senza riduzione del carico didattico, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e tenuto conto dell’organizzazione didattica esistente, da individuare tra il personale docente.
Deve sapere organizzare e coordinare gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli alunni; mantenere i collegamenti con le strutture comunali e le aziende di trasporto; coordinarsi con gli altri istituti scolastici presenti nel medesimo comune; verificare soluzioni, con il supporto delle aziende che gestiscono i servizi di trasporto locale, su gomma e su ferro, per il miglioramento dei servizi e l’integrazione degli stessi; garantire l’intermodalità e l’interscambio; favorire l’utilizzo della bicicletta e di servizi di noleggio di veicoli elettrici o a basso impatto ambientale; segnalare all’ufficio scolastico regionale eventuali problemi legati al trasporto dei disabili.
Oggi in Italia esistono diverse reti e associazioni che si occupano di mobilità sostenibile, che ricordiamo è un tema anche al centro delle priorità della Commissione europea nel nuovo settennio del programma Erasmus plus 2021 – 2027.
Segnaliamo alcune risorse che potranno rivelarsi utili per la progettazione di buone pratiche di mobilità promosse dalle scuole, tra cui sito di Mobility Management scolastico e quello di Pedibus: Mobility Management Scolastico – il network italiano, Home (pedibus-italia.it), entrambe ricche di idee e proposte.
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