Nonostante i numeri relativi ai contagi siano in miglioramento, non si può affermare che i problemi strettamente connessi tra la scuola e l’emergenza sanitaria siano finiti. Ad affermarlo, in una nota, è il presidente dell’Anp Puglia Roberto Romito:
“Problemi vecchi, come quello dell’insufficienza delle aule e dell’inadeguatezza di molte delle strutture edilizie che ospitano le scuole – scrive Romito – sono balzati drammaticamente all’evidenza a causa della pandemia: basti pensare alle classi numerose (anche di oltre 30 alunni ciascuna, in parecchie scuole superiori) per l’eliminazione delle quali, che era stata promessa, sia pure progressivamente, nulla è stato fatto nei due anni scolastici trascorsi e nonostante ingenti risorse finanziarie riversate sulla scuola”.
Problemi che riguardano anche i trasporti: “Prendiamo il caso della provincia di Bari – afferma il presidente Anp Puglia – unica provincia in regione (e fra le poche in Italia) ad aver adottato d’imperio e in controtendenza il doppio turno di ingresso (8.00 e 9.40) nelle scuole: i problemi che questa ‘soluzione’ pone a famiglie, studenti e scuole sono ben noti e non vale qui ripercorrerli.
Il promesso potenziamento e l’auspicata flessibilità del servizio di trasporto pubblico locale sono rimasti praticamente solo sulla carta: al danno del doppio turno, si unisce anche la beffa di ragazzi costretti ad affollare, alla faccia della sicurezza, i mezzi del primo turno, poiché in molti casi il mezzo che dovrebbe garantire il secondo turno semplicemente non c’è. E, quindi, ad aspettare davanti alle scuole o nelle loro vicinanze che arrivi l’ora per il loro ingresso, con tutte le controindicazioni che ciò comporta. Le scuole di Bari e provincia sono costrette, affinché i ragazzi del secondo turno possano trovare all’uscita il mezzo per tornare a casa, a pesanti riduzioni della durata delle ore di lezione, nella grande maggioranza non recuperate o non recuperabili”.
“A ciò si aggiunga che il prolungamento della presenza a scuola fino alle 16 o anche alle 17 rende impossibile effettuare le altre attività curriculari ed extracurriculari, già previste nei POF delle scuole”.
Non è neanche da tralasciare il caos organizzativo che questo sistema produce nelle scuole, con dirigenti scolastici che – improvvisatisi, per necessità, mobility managers senza averne le competenze – sono costretti a utilizzare la maggior parte del loro tempo, per dedicarsi a continui cambiamenti organizzativi, alla partecipazione a riunioni che dovrebbero essere di coordinamento, a rispondere a monitoraggi e richieste provenienti proprio dalle aziende di trasporto.
E nonostante il gran tempo trascorso da quando si è iniziato – nella ormai lontana estate del 2020 – a discutere di questi problemi, le aziende del trasporto pubblico locale non hanno fatto altro che arroccarsi nella rigidità dei sistemi da esse gestiti, scaricando tutti i problemi sulle scuole, uniche a dover mostrare sempre e comunque flessibilità organizzativa e disponibilità ai cambiamenti”.
“Rinnoviamo qui la nostra richiesta che si ritorni anche per Bari e provincia all’orario di ingresso unico, all’esito del promesso monitoraggio che si dovrebbe avere nelle prossime ore, lasciando alle scuole ed alla loro autonomia la gestione delle misure per scongiurare gli assembramenti in prossimità degli accessi alle loro strutture”.
“Sul versante del contrasto alla pandemia nelle scuole – conclude Romito – molto ci attendevamo dall’istituzione – già deliberata dalla Giunta Regionale – dei TOSS, ossia di quel Team di Operatori Scolastici Sanitari (infermieri e paramedici) che dovrebbe operare a tempo pieno nelle scuole con il compito di effettuare la sorveglianza sanitaria ed epidemiologica e gli screening necessari su studenti e personale per il monitoraggio tempestivo e sistematico dell’andamento dei contagi negli istituti.
Avevamo a suo tempo salutato con favore questa delibera regionale, e confermiamo la nostra condivisione. Ma ad oggi, i TOSS ancora non si sono visti, né ci risulta che siano stati fatti i necessari adempimenti preparatori alla loro entrata in servizio. Non vorremmo che nel frattempo venisse meno la loro necessità”.
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