Oggi, 14 ottobre, è previsto un incontro con al centro proprio il trasporto pubblico locale (Tpl), convocato dalla ministra delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli con le associazioni di categoria, i rappresentanti della Conferenza delle regioni, Anci e Unione della province. Al centro del dibattitto ci sarà anche la questione relativa alla scuola e, soprattutto, gli orari di ingresso negli istituti.
A causa dei problemi provocati proprio dal trasporto pubblico, si è innescato il dibattito sul ritorno o meno alla DaD, didattica a distanza. Da una parte la scelta della ministra Azzolina di non avvalersi della didattica a distanza, nemmeno tra le scuole superiori di secondo grado, dall’altra quella di alcuni presidenti di Regione che avanzano l’idea dell’introduzione della DaD destinata ai ragazzi più grandi.
Lo sfogo di una studentessa sull’uso della mascherina nel trasporto pubblico.
Il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura a Montecitorio, Gianluca Vacca, ha di recente esposto il proprio appoggio alla scelta della ministra Azzolina di non reintrodurre, al momento, la didattica a distanza per nessuna scuola di ogni ordine e grado. Inoltre, sempre Vacca punta il dito contro i governatori e le loro Regioni, in merito all’inefficienza dei trasporti pubblici.
Andando per ordine, è utile ricordare come sia emersa la proposta da parte dei presidenti delle Regioni, nel corso della cabina di regia governo-regioni, di introdurre la DaD e limitarla solo alle classi più adulte, in modo tale che i ragazzi possano stare anche da soli a casa, senza pesare sulle esigenze familiari. Ciò, sempre secondo le Regioni, porterebbe a una netta riduzione dell’affollamento dei traporti pubblici e, di conseguenza, a un possibile contenimento dell’emergenza Coronavirus.
Tra i portavoce di questa istanza, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il quale ha dichiarato: «Sarebbe abbastanza coerente pensare anche ai mezzi pubblici, siccome ancora oggi un piano di incremento vero e proprio degli stessi da parte del governo non è stato predisposto».
Un aspetto da non sottovalutare è la mancanza di chiarezza sulle regole emanate dal governo centrale che disciplinano i trasporti urbani in materia di contenimento della pandemia. Un segnale forte che va in contrasto con quelle destinate sia al mondo dell’istruzione scolastica che al mondo del lavoro, la cui ottemperanza potrebbe essere vanificata proprio a causa di questa poca chiarezza. Tuttavia, per il momento non si valuta un ritorno alla didattica a distanza, come emerso dall’ultimo DPCM del 13 ottobre 2020.
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