In un comunicato diramato poche ore dopo la chiusura dell’incontro del 28 marzo 2001 il Ministero della Funzione Pubblica ha annunciato che l’Aran verrà quanto prima autorizzata ad utilizzare una ulteriore somma di 40 miliardi che andranno ad aggiungersi ai 200 già previsti dalla finanziaria e ai 38 disponibili per altri meccanismi (nel dettaglio: 12 derivano dai risparmi per la mancata attribuzione di compensi legati alla valutazione e 26 sono legati agli aumenti previsti per il biennio economico).
Il Ministero ha già anche fatto tutti i conti del caso e nello stesso comunicato annuncia che si tratta di un incremento mensile medio a regime di 1.438.000 lire lorde per tredici mensilità.
In altre parole si parla di un aumento di circa 850mila lire nette a testa.
Somma di per sé non disprezzabile e di gran lunga superiore a quella che è stata riconosciuta di recente ai docenti, ma bisogna tenere conto che in questo caso si sta parlando di personale che a partire dal 1° settembre ha assunto funzioni dirigenziali con le connesse responsabilità amministrative e gestionali.
Non a caso il Governo ha già precisato che non è affatto in discussione l’equiparazione con la retribuzione degli altri dirigenti dello Stato e che il completo allineamento retributivo sarà raggiunto nel prossimo contratto collettivo che decorrerà dal gennaio 2002.
Diametralmente opposte sono le valutazioni delle organizzazioni sindacali.
Mentre Cgil Cisl Uil Scuola esprimono soddisfazione per l’acquisizione di due importanti risultati (aumenti siginificativi da subito e impegno del Governo a reperire ulteriori risorse con la prossima legge finanziaria) , l’Anp sta già minacciando, nei fatti, di abbandonare la trattativa.
Il comunicato della Associazione Nazionale Presidi si conclude con una affermazione lapidaria che ha il sapore di un proclama (anche se non di guerra vera e propria): "Non siamo disponibili a chiudere un contratto al ribasso".
Nei prossimi giorni la trattativa riprenderà presso la sede dell’Aran e a quel punto si potrà capire se il contratto si potrà chiudere in tempi brevi o se si dovrà attendere il nuovo Governo.
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