I lettori ci scrivono

Trattenimento in servizio dei DS: aspirazione legittima o abuso

Tra poco meno di un mese sarà pubblicato il contingente complessivo di Dirigenti Scolastici che verrà assunto a partire dal 1° settembre di quest’anno, il cui numero è basato principalmente sui pensionamenti, d’ufficio o a domanda.

Dal prospetto trasmesso in data 22/05/2020 dall’Ufficio del Ministero preposto alla dirigenza scolastica risultano 39 domande di trattenimento in servizio da parte di altrettanti DS che hanno superato il limite di età previsto e che, nonostante ciò, chiedono di restare al proprio posto.
Allora ci siamo chiesti quale possa essere la motivazione che legittima la loro richiesta, soprattutto nell’attuale situazione di emergenza sanitaria che ha colpito il Paese e alla luce della quale questi soggetti, come tutti gli altri lavoratori ultrasessantacinquenni, sono necessariamente da considerare “fragili” e dunque richiederebbero al contrario, un alleviamento delle proprie condizioni lavorative, piuttosto che un ulteriore aggravamento: è chiaro a tutti, infatti, che proprio l’imminente anno scolastico da avviare sarà particolarmente difficile per ogni Dirigente scolastico poiché alle numerose responsabilità ed incombenze che già gravano su di lui, dovranno necessariamente aggiungersi anche tutte le misure e le responsabilità legate alla prevenzione e tutela degli alunni e del personale scolastico dal possibile ritorno della pandemia.

Orbene, la normativa che disciplina l’ipotesi eccezionale del trattenimento in servizio del personale scolastico (l’articolo 1, comma 257, della legge 28 dicembre 2015, n. 208), un unicum nel panorama legislativo in materia pensionistica, è chiara: le richieste possono essere soddisfatte qualora provengano da personale “impegnato in innovativi e riconosciuti progetti didattici internazionali svolti in lingua straniera”,  con lo scopo di assicurare la continuità nella loro attuazione.

Il mantenimento in servizio, comunque, deve essere autorizzato dal Direttore generale dell’Ufficio Scolastico regionale, che dovrà valutare non solo la fondatezza di tale richiesta, in termini  di rispetto rigoroso dei presupposti di legge, ma anche l’opportunità economica e sociale della pubblica amministrazione (un DS con più anni di servizio costa di più di un DS neoassunto, e perciò le motivazioni che lo “trattengono” in servizio devono essere improntate ai principi di efficienza ed efficacia).

Oggi a maggior ragione detta valutazione deve tener conto proprio dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, e di quello che essa comporta:

  • la presenza di personale che, avendo superato la soglia dei 60 anni, è da considerare “fragile”, da cui non possiamo escludere il Dirigente Scolastico, sulle cui spalle si regge la responsabilità di un intero istituto e che, per evidenti ragioni, difficilmente può operare in modalità smartworking;
  • il blocco dei progetti di respiro europeo che giustificherebbero la permanenza in servizio di questi Dirigenti Scolastici.

Alla luce di tutte le considerazioni che precedono, è legittimo chiedersi come sia possibile che l’Amministrazione non tenga conto di questa mutata situazione.

Per l’anno scolastico 2020/2021 ci sono, infatti,  alcune anomalie che saltano agli occhi:

  • la richiesta di 39 trattenimenti in servizio a fronte di 479 pensionamenti, ossia una percentuale di circa l’8%;
  • la percentuale veramente alta di richieste di trattenimento in alcune regioni, come ad esempio la Lombardia. Infatti dai dati pubblicati risultano 11 trattenimenti in servizio a fronte di 74 cessazioni, con una percentuale pari al 15%.
  • l’accoglimento delle richieste di dirigenti che hanno superato abbondantemente il limite anagrafico imposto dalla normativo: si pensi, per esempio, ad una DS nata del 1952, cioè ben oltre il limite anagrafico imposto dalla normativa;

Ci si chiede: quali sono questi progetti europei che continuerebbero ad essere attuati nel prossimo anno scolastico, se di fatto ogni progettualità europea è bloccata fino a settembre 2021?

Pertanto, come possono i Direttori degli USR assecondare le richieste da parte dei Dirigenti Scolastici che desiderano continuare la loro esperienza lavorativa se queste “aspirazioni”, si scontrano con i principi di efficacia, efficienza ed economicità della PA ed in particolar modo in questo periodo in questo periodo di emergenza epidemiologica da Covid-19?
È vero che negli ultimi anni molte di queste richieste venivano automaticamente soddisfatte a causa dell’esaurimento delle graduatorie di merito che, di fatto, non consentiva, l’assunzione di altri DS, ma oggi tale problema è stato risolto perché il Ministero dell’Istruzione ha a disposizione ancora 1250 vincitori inseriti in una graduatoria di merito.

Nel contesto attuale chiediamo, quindi, che le USR facciano le verifiche più accurate per verificare il rispetto della normativa.

Chiediamo, altresì, che si riveda l’attuale normativa per evitare che questo istituto venga utilizzato da chi non ne ha il diritto di usufruirne e per favorire il ricambio generazionale.
Si chiede, pertanto, di eliminare la norma citata e/o che l’istituto del trattenimento in servizio sia limitato ad un solo anno.
Con l’attuale legislazione sono nati i tipici paradossi di italica fattura. In seguito al ricorso da parte di un Dirigente scolastico, per un trattenimento in servizio non concesso, la sede di titolarità è stata congelata e data in reggenza, in attesa che la magistratura si pronunci, procurando non solo un danno economico alla Pubblica Amministrazione ma anche un danno a tutti gli alunni che frequentano quell’istituto scolastico. Infatti il Dirigente di una scuola posta in reggenza non può umanamente dare quel contributo umano e professionale che invece viene dato da chi è presente tutti i giorni ed è costantemente attento alle problematiche quotidiane.

Comitato Dirigenti e vincitori
del concorso per dirigenti scolastici del 2017

 

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