Home Archivio storico 1998-2013 Ordinamento Tre indagati al Miur per le “pillole”

Tre indagati al Miur per le “pillole”

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I video, come è ormai noto, duravano appena 3 minuti ognuno ed erano destinati alle scuole e comprati dal ministero dell’istruzione a un prezzo più che maggiorato.
Pubblica la notizia Il Corriere di oggi che ricorda come la gara fosse stata vinta dal consorzio Alphabet (“realizzazione e trasmissione di contenuti per la tv digitale”), il cui azionista di maggioranza col 70% del capitale è la società Interattiva di Ilaria Sbressa.
Lei è la moglie del direttore delle relazioni istituzionali di Mediaset Andrea Ambrogetti, braccio destro di Fedele Confalonieri, ed entrambi sono agli arresti dal 24 settembre (lui ai domiciliari) nell’inchiesta milanese sulla bancarotta da 3 milioni della loro srl, nonché per le ipotesi di turbativa d’asta e tentata truffa allo Stato su 5,1 milioni stanziati dal ministero dell’Istruzione (all’epoca guidato da Mariastella Gelmini, che nominò Zennaro) per le “pillole”.
Come è ancora noto, l’indagine era partita da un servizio Tv di Report della Gabanelli, su denuncia degli stessi dipendenti della società. I filmati sono stati fatti con immagini prese dal Web, realizzati con un costo di mille euro l’uno, ma il Miur li ha pagati 39 volte tanto.
 Per accertare come Alphabet abbia ottenuto i finanziamenti dal Miur, l’ex ministro Profumo aveva incaricato un perito indicatogli dal presidente del Tribunale Mario Bresciano, la cui ricostruzione è finita sul tavolo del pm Roberto Felici. Biondi, Zennaro e Giunta La Spada sono stati interrogati nei giorni scorsi in Procura.
A loro è stato chiesto conto dei rapporti con la Sbressa, non indagata in questa vicenda, e sulle motivazioni della loro scelta nell’assegnazione della gara.
”Abbiamo preso le distanze dalla vicenda – riepiloga l’avvocato di Giunta La Spada, Salvatore Sciullo – spiegando che per il mio assistito si è trattato di una dei 12 mila mandati di pagamento firmati, pratiche di ordinaria amministrazione dopo la valutazione il via libera del ministero. E del resto non ci sono mai stati contatti di alcun tipo con la Sbressa”.
Contestualmente, il pm sta acquisendo gli atti dell’inchiesta milanese per un raffronto sugli episodi in comune ai due fascicoli.