La linea del partito democratico sulle politiche scolastiche si chiarisce in vista di una probabile formazione del governo e l’obiettivo ora è quello di recuperare risorse economiche, per investirle su scuola, ricerca e università.
Si tratterebbe di un cambio di rotta, dopo le politiche dei tagli precedenti.
Tra le altre proposte, che saranno fatte anche in Parlamento, per fare nascere il prossimo Governo, si trova anche un piano straordinario da 7,5 miliardi in 3 anni per mettere in sicurezza gli edifici scolastici, un azione di dimezzamento dell’ abbandono scolastico, da raggiungere entro il 2020 (obiettivo Europa 2020), investimenti mirati alla formazione dei docenti, investimenti per acquisto nelle scuole delle nuove tecnologie, scuole aperte tutto il giorno e rilancio dell’istruzione tecnica; assegnare ad ogni scuola una dotazione di personale stabile e funzionale; immettere in ruolo entro 5 anni il personale parcheggiato nelle graduatorie ad esaurimento, un piano triennale per aumentare gli asili nido con l’obiettivo di coprire il 33% dei posti e con un Fondo statale di 350 milioni di euro in 3 anni; autonomia e semplificazione per il Governo della scuola.
Bisogna riconoscere che le proposte di Bersani sembrano ghiotte, se non ci fosse il convitato di pietra nelle sembianze delle imboscate e pure nelle decisioni che non aspettano a lui, per cui è il caso di dire: “Bersani propone ma il Colle dispone”.
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