I docenti hanno davvero così tanto tempo libero rispetto ad altri lavoratori? Secondo un docente e scrittore, che ha confezionato un reel in merito, sì. Ma, a suo avviso, si tratta di un aspetto adeguato allo stipendio che percepiscono, alquanto ridotto.
“Dedicato a chi mi ha scritto di sentirsi in colpa per essere stato in vacanza a luglio. Io amo la scuola, i ragazzi, il mio lavoro (che è un lavoro, non una vocazione, ed è questa metafora che contribuisce a legittimare gli stipendi miseri) ed è proprio perché la amo che la guardo con sguardo critico. Del resto, anche il papa ha detto che ‘bisogna litigare con Dio’. Essere innamorati e basta, senza intelligenza, è cieco fanatismo’, queste le sue parole.
“Un insegnante percepisce uno stipendio inferiore alla media OCSE. Per diventare insegnanti bisogna avere lauree e crediti pagati profumatamente. La scuola è piena di precari come precarie sono le condizioni della scuola che non la rendono un ambiente di apprendimento piacevole”, ha aggiunto.
Molti sono stati i commenti critici: “Non avete studiato solo voi eh”, “Non sono gli insegnanti che hanno troppi giorni di ferie. Sono le altre categorie di lavoratori che ne hanno veramente pochi”, “Sinceramente tutto questo tempo libero degli insegnanti non l’ho mai visto”.
Qualche giorno dopo il docente ha parlato nuovamente della questione invitando al dibattito: “Tre mesi di vacanze non sono troppi, servono a consolidare le nozioni. Siamo tutti cresciuti con 3 mesi di vacanze: da giugno ad agosto ti lasciavano dai nonni, o si prendeva casa per una stagione intera tutti insieme. Eppure, non penso che l’apprendimento ne abbia risentito. Oggi, però, i tempi sono cambiati, i nonni non sono più in pensione, ma spesso hanno appena 50 anni e non hanno modo di tenere i bambini. Ed è proprio questo il punto: perché tenere aperte le scuole il pomeriggio o l’estate? Per tenere i bambini? Allora, la scuola diventa baby sitting, diventa un parcheggio. Ed è l’ultima cosa che desidero. Per me, i tre mesi servono a consolidare le nozioni, a gestire il tempo, a crescere”.
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