I lettori ci scrivono

Tre riflessioni sulla didattica a distanza

Da parte di chi non ha alcuna passione particolare per la tecnologia pur usandola e di chi ritiene insostituibili sia le lezioni in presenza sia il libro cartaceo, tre considerazioni, positive, su questa esperienza di didattica online. Mi concentro sul positivo trascurandone volutamente tutti gli aspetti negativi e tutti i risvolti anche contrattuali che essa prevederebbe.

Sono le stesse riflessioni che intendo condividere con i colleghi durante l’imminente collegio docenti del mio istituto, un’altra occasione per sottolineare che anche le riunioni collegiali via Google Meet presentano numerosi vantaggi rispetto alle accaldate e spesso troppo rumorose riunioni in presenza.

Sugli aspetti positivi della DAD:

  1. l’elogio della lentezza. Nel mondo della velocità, in cui tutto è scalpitante e rombante come scriveva Calvino, assegnare compiti che prevedano un tempo più lungo e disteso per il loro svolgimento ha giovato a molti studenti che nel tempo ordinario, pur impegnandosi, ottenevano risultati più scarsi;
  2. il focus sulle priorità. La necessità di condensare le lezioni e la assenza di tutte quelle attività che solitamente interrompono la prassi ordinaria delle lezioni mattutine, ha consentito di svolgere tutti gli argomenti previsti e di svilupparne le relative competenze anche in un numero di ore inferiore rispetto al calendario ordinario.
  3. l’inganno della tecnologia. Per anni ci siamo detti che l’uso del digitale, con le sue infinite possibilità, ci avrebbe avvicinato al mondo degli early adopters o della I-generation, quelli che un tempo erano i nativi digitali. La tecnologia ci avrebbe permesso di rivoluzionare finalmente la didattica tradizionale, superando il modello antiquato della lezione frontale. Di sicuro riproporre questo modello nella DAD è un errore, tuttavia anche per chi ha affrontato il distance learning secondo le modalità più d’avanguardia e nelle migliori condizioni di utilizzo, la conclusione è la stessa. Nessuna rivoluzione, nessuna soluzione miracolosa per quegli studenti a cui manca la voglia di impegnarsi, nessuna scorciatoia per imparare senza fatica e in fretta, nessuno strumento che possa sostituire la presenza anche fisica del docente. Anzi, da più parti quasi la nostalgia, talvolta anche stucchevole, della tradizionale figura del docente.

Di quell’interlocutore autorevole, per citare Simone Giusti, che resta tale sia in presenza che a distanza, come anche la DAD ci sta dimostrando.

Un altro motivo, e non secondario, per lodarne i vantaggi.

Lucetta Dodi

I lettori ci scrivono

Articoli recenti

Educare non vuole dire punire e umiliare: educatori e pedagogisti confronto. Nostra intervista a Franco Lorenzoni

Sulle riforme del ministro Valditara si sta creando un movimento contrario che sempre di più…

06/03/2025

Didattica, andare Didacta per rinnovarla con nuovi strumenti e metodologie. Anna Paola Concia: mai così tanti eventi formativi – VIDEO INTERVISTA

Alla vigilia dell’undicesima edizione di Didacta Italia, in programma dal 12 al 14 marzo alla…

06/03/2025

Percorsi abilitanti 60 CFU, si può richiedere l’iscrizione più classi di concorso ma poi la frequenza è possibile per un solo corso

Una delle domande più ricorrenti che giungono alla nostra redazione, riguardante i percorsi abilitanti 60…

06/03/2025

Prove Invalsi, sì o no? Per 4 docenti su 5 andrebbero eliminate del tutto – RISULTATI SONDAGGIO

Lunedì 3 marzo ha preso il via la somministrazione delle Prove nazionali Invalsi, un appuntamento…

06/03/2025

Ramadan, bimbo di sette anni rinuncia alla mensa e la scuola chiede chiarimenti alla famiglia: “Ha deciso lui, nessun obbligo”

Come molti sanno, da qualche giorno è iniziato il Ramadan, il mese sacro per le…

06/03/2025

Il Dirigente e l’organico di diritto delle autonomie scolastiche – SCARICA LA GUIDA

A far data dall’anno scolastico 2016/2017 la L. 107/2015, all’art. 1, c. 64, ha stabilito…

06/03/2025