La Treccani, la storia Enciclopedia fondata nel 1925 da Giovanni Treccani con il nome di Istituto Treccani, per la pubblicazione, su suggerimento di G. Gentile, di scienze, lettere ed arti, e che sempre è stata il puto di riferimento di intere generazioni di studenti e no, di linguisti e letterati, è ancora una volta entrata nelle straordinarie volute evolutive della lingua italiana, sempre meravigliosamente in grado di produrre novità linguistiche, imposte, come è nel mestiere delle lingue, dalla continua evoluzione dei costumi, delle mode, delle politiche, delle economie, ecc.
Ed ecco allora, nata dai fatti di cronaca, la nuova parola “pezzotto” ma anche “trenopolitana”, mai lette né sentite, ma a quanto pare, nonostante già nel linguaggio comune, messe in evidenza dal dizionario Treccani.
Che registra molti altri neologismi: amichettismo, arciterrorista, agrobiodiversità, razzismo immobiliare, trappola al miele, fuffa guru, ma anche, legate alla politica, campo largo, spacca-Italia, autonomia differenziata, vannacciano.
Assai più diffuse invece, e dunque universalmente accolte, ius scholae o baratellum.
Spiega la Treccani: “Il nostro è un compito di osservatorio della durata di vita di queste parole e nel Libro dell’Anno Treccani 2024 ci siamo limitati a registrare le forme più diffuse nei mezzi di informazione, consapevoli che spesso poche di queste parole sono destinate a durare e ad entrare stabilmente nell’uso dei parlanti e nei dizionari della lingua italiana. Ma tra le tante neoformazioni linguistiche italiane di quest’anno che potrebbero affermarsi si segnalano IA-taliano, che indica la varietà di italiano scritto prodotto da vari tipi di IA generativa, e 5.0, che designa il ciclo produttivo, basato sullo sviluppo delle tecnologie dell’ICT, sulla robotica e sull’intelligenza artificiale”.
E tra i nuovi vocaboli segnalati della Treccani non potevano mancare i barbarismi come alcolock, pandoro-gate, dissing, Swift economy, top jobs, pommelier, crush, brat, starmerismo, Maga o boppone.
Parole per lo più inglesi, come sta succedendo da decenni, per causa dei social media, della musica e dell’innovazione tecnologica.
Che, facendoci caso, è intromissione abbastanza normale, considerata la potenza economica e culturale che hanno gli Usa nell’intero globo terraqueo, come quella, ma solamente dal punto di vista culturale, che ebbe l’Italia nel 700, quando in tutte le corti d’Europa chi non conosceva l’Italiano era considerato un ottentotto
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