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Treviso, la prof che da 25 anni insegna italiano gratis agli stranieri

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Da Treviso giunge una di quelle storie che danno ragione a chi crede all’educazione e alla conoscenza come valori primari e aperti a tutti. La protagonista è un’insegnante di lettere in pensione, ormai ultrasettantenne, da 25 anni insegna gratuitamente l’italiano agli immigrati giunti a Treviso. Ora i figli dei suoi primi “studenti” africani, che nel frattempo sono diventati italiani, si sono diplomati e laureati, la aiutano nelle ripetizioni pomeridiane ai più giovani per materie a lei meno conosciute e di impronta scientifica.
Nonna Aisha, questo è il nome che la donna si è sentita assegnare spontaneamente dai suoi studenti – ragazzini marocchini, tunisini e di altre nazioni del Nord Africa – è stata premiata dall’ambasciatore del Marocco in Italia, Abu Ayoub Hassan, durante una cerimonia che si è svolta sabato 5 ottobre a Silea, in provincia di Treviso.
L’insegnante in pensione, al secolo Bianca Diaz, di origine triestina, ha lavorato in vari istituti scolastici della provincia di Treviso. Già mentre insegnava nella scuola pubblica, ha iniziato ad assistere i primi immigrati extracomunitari, sostanzialmente marocchini, nell’ interpretazione dei documenti e nell’espletamento delle pratiche burocratiche.

L’insegnante per fornire loro i primi elementi della nostra lingua si recava negli alloggi di fortuna degli stranieri, spesso tende o container, aiutandoli anche nella ricerca di abitazioni da poter affittare. Oggi Nonna Aisha continua a seguire sotto il profilo scolastico una dozzina di ragazzi di più etnie, fra cui un dodicenne tunisino autistico, negli spazi del suo appartamento, alle porte del centro storico. Qui la signora Bianca è riuscita a ricavare anche una piccola biblioteca per i giovani. “A casa mia quest’anno ne ho undici, fra tunisini, bengalesi e cingalesi – spiega la donna – Ma non dite dove sto, perchè i miei coinquilini non sempre sono contenti di questa gioventù che sale e scende per le scale del palazzo”. Allora ci limiteremo a dire “grazie signora Diaz”.