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Triennalisti minacciano ricorso al Tar, una precaria: “Ho nel dna la missione di insegnare ma sono in un incubo senza fine”

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Molto spesso ci siamo occupati dei docenti triennalisti, gli insegnanti con tre anni di servizio che non sono abilitati e per questo non possono accedere alla cattedra di ruolo. Molti di questi hanno formato, com’è noto, il “Coordinamento docenti triennalisti“, che è in protesta.

La rabbia dei triennalisti

I triennalisti non hanno avuto il tempo di iscriversi ai nuovi percorsi abilitanti, per cui solo ora stanno uscendo i bandi nei vari atenei. Chi non è abilitato, lo ricordiamo, non può iscriversi nella prima fascia delle Gps, il cui aggiornamento è aperto fino al 10 giugno. “Epilogo per noi: rimanere disoccupati”, dice una triennalista a La Repubblica.

La protesta corre nei social e presto arriverà al Tar. Il coordinamento triennalisti sta raccogliendo le adesioni entro il 31 maggio per far partire il ricorso.

“Finalmente, dopo anni in cui tutto è stato messo in stand-by senza darci la possibilità di abilitarci su quella materia che insegniamo da sempre, sembrava esserci una speranza per noi docenti precari. Invece no, non è accaduto questo, anzi! Si è andati incontro a qualcosa che ha solo ed ulteriormente peggiorato la situazione di noi precari storici e che ci ha catapultati dentro un incubo senza fine”, racconta una 52enne, laureata, insegnante da 4 anni. “Quando mi sono laureata, la mia classe di concorso in Tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali non era ancora attivata e dopo aver accudito per 15 anni mia nonna paterna, ho deciso di riprovare ad inserirmi nel mondo dell’insegnamento. Mia madre era un’insegnante e quindi credo di avere nel mio Dna questa missione”.

“A settembre non avrò più un lavoro”

Un’altra insegna da 10 anni, è supplente, i contratti rinnovati di anno in anno. “Tutta la mia vita ruota intorno alla mia professione ed ai miei ragazzi. Il mio problema? A settembre non avrò più un lavoro”.

Un’altra docente ha fatto i conti: “In questi anni ho avuto circa 1400 alunni, fra scuole medie e superiori, a cui ho insegnato a disegnare. A settembre probabilmente non lavorerò o, se lo farò, lo farò con condizioni di molto peggiori rispetto a quelle che in 8 anni di servizio mi hanno permesso di avere cattedra annuale e non spezzoni o supplenze brevi, un’unica scuola e non due o tre”.