Annullato il previsto incontro tra alcune classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo Italo Svevo di Trieste sul tema delle migrazioni alla presenza di un rappresentante dell’ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà ) e un migrante, previsto per il 21 maggio.
Ne dà notizia il quotidiano Il Piccolo con un articolo di Laura Tonero che ricostruisce la vicenda riportando anche in virgolettato le parole degli assessori regionali all’Istruzione Alessia Rosolen e alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, che il 15 maggio in una nota denunciano «l’estrema gravità» del fatto che «all’interno di uno spazio pubblico come una scuola, a dei giovani studenti, su un tema estremamente complesso come l’immigrazione irregolare, venga offerta una visione univoca della realtà, argomentata da chi riceve soldi pubblici per gestire l’emergenza e da chi potrebbe essere arrivato illegalmente in Italia».
Non bastasse i due assessori nel loro comunicato si chiedono: «L’evento era previsto dall’offerta formativa? Sono stati consultati gli organi collegiali e le famiglie degli alunni? E stata valutata l’opportunità di organizzare un incontro così politicamente orientato in piena campagna elettorale». Secondo gli assessori «una scuola pubblica su un argomento come l’immigrazione dovrebbe offrire una rappresentazione della realtà riportata primariamente dalle istituzioni che hanno competenza in materia”
C’è da restare basiti di fronte a questa che il newspaper on line Friulisera definisce “Prove di autonomia differenziata nella scuola a Trieste”.
Da quando infatti sono gli assessori regionali a dire cosa può essere trattato a scuola e come? Tenendo anche conto che esiste una disciplina (trasversale) chiamata educazione civica che ha prevede vengano affrontati anche questi temi. Una legge, si ricorda, che nell’agosto 2019 – governo Conte I costituito da M5S e Lega – è stata approvata sostanzialmente all’unanimità.
E da quanto le scuole affrontando un tema come l’immigrazione dovrebbero primariamente offrire la visione delle istituzioni che hanno competenza in materia? E anche fosse: quali istituzioni? Solo gli assessori della giunta leghista del Friuli Venezia Giulia o anche l’Onu e l’UNHCR che sulla non-accoglienza dei migranti che giungono a Trieste lungo la rotta balcanica ha molto da dire?
Tutto annullato per colpa di Pinocchio
Comunque sia una circolare a firma della dirigente scolastica del Comprensivo ha annullato l’iniziativa con la scusa che proprio in orario concomitante sono previste nella stessa aula magna le prove dello spettacolo “Siamo tutti Pinocchio”. Titolo decisamente adeguato per rappresentare la situazione.
Sul tema è poi intervenuta anche la responsabile dell’Ufficio Scolastico Regionale Daniela Beltrame che, ha parlato «di incidente organizzativo», spiegando come «non sia corretto assumere questa iniziativa senza raccogliere il consenso di tutti i genitori, attraverso un Consiglio di classe a composizione allargata, quindi con i rappresentanti dei genitori: serviva un consenso preventivo”. Si tratta – conclude Beltrame – di una regola importante che è sfuggita alla scuola, quindi è stato giusto il ripensamento».
Da quale fonte normativa la Beltrame desuma questa regola sfugge ai più ma tant’è.
Questo il clima che si registra a nell’ameno nord-est, su confine orientale. A Trieste dove, come ha stupendamente documentato pochi mesi fa PIF nel corso della terza stagione di Caro Marziano, gli immigrati che lungo la rotta balcanica giungono Trieste finiscono al Silos. Ma quello che dovrebbe essere il luogo di accoglienza dei richiedenti asilo è, in realtà, una porta per l’inferno. Ogni sera, in piazza, la Piazza del Mondo, queste persone vengono accolte e accudite da una incredibile rete di solidarietà nata dal basso, una forma rivoluzionaria di politica mossa dal cuore della gente. Volontari che offrono loro un piatto caldo, una visita medica, una giacca. Un racconto, il loro, agghiacciante per semplicità e crudezza. Un racconto di come la gente comune, mossa dalla solidarietà, contribuisca a mettere a nudo il vuoto della politica e del suo rifiuto ad agire.
Però di tutto questo, secondo i due assessori regionali e il direttore dell’ufficio scolastico regionale, non si deve parlare a scuola.
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