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Tristi primati: in Italia sempre più giovanissimi col vizio del bicchiere

I giovani cittadini italiani continuano a collezionare record poco invidiabili: dopo essere scivolati in coda alle classifiche Ocse-Pisa sull’apprendimento scolastico e per i troppo frequenti atti di bullismo, stavolta fanno parlare di loro per la precocità con cui si avvicinano all’alcol. Il dato non è nuovo, visto che già nel 2005 si erano contraddistinti per l’approccio all’alcol ad 11-12 anni a fronte di una media Ue più alta di tre anni.
Oggi i numeri vengono confermati dalla prima Conferenza nazionale sull’alcol ‘Più salute, meno rischi – Costruire alleanze per il benessere e la sicurezza’, in corso di svolgimento a Roma: dagli interventi, organizzati dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, in collaborazione con la Consulta nazionale sull’alcol e sui problemi alcol correlati e l’Isfol, è emerso a chiare lettere come ormai in Italia l’età del primo bicchiere di alcol è la più bassa d’Europa. Tra gli 11 ed i 15 anni infatti quasi il 20%, quindi uno su cinque, ha ammesso di aver bevuto nel 2005 almeno una volta le bevande proibite fino al compimento del 16simo anno. Secondo i  rischio sarebbero complessivamente circa 750 mila minorenni.
Quel che preoccupa di più analisti, ricercatori e medici è che l’assunzione per molti under 17 non è occasionale o derivante dal semplice gusto del proibito: quasi un ragazzo su due che prova l’ebbrezza precocemente non riuscirebbe a staccarsene dichiarando, nell’8% dei casi dei sedicenni, di farne ormai un uso addirittura quotidiano: uno stile di vita che conduce, purtroppo, in molti casi verso l’intossicazione da aperitivi, birra e superalcolici.
Un triste primato che è anche alla base della prima causa (l’abuso di alcol) dei motivi di decesso fra i giovani nell’età compresa tra i 21 e i 29 anni. Il dato deve fare riflettere, infine, le tante campagne informative adottate negli ultimi anni, in particolare dal Ministero della salute, proprio per scoraggiare l’utilizzo delle bevande alcoliche: i risultati deludenti ci inducono a pensare che occorrono strategie diverse e sicuramente più incisive.
 
Alessandro Giuliani

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