Si tratta degli stessi ragionamenti che sono stati fatti, in un interessante seminario il 12 maggio, tenutosi al liceo scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria.
Il seminario, organizzato dall’Associazione nazionale presidi, ha trattato il tema del sistema nazionale di valutazione e la gestione dei provvedimenti disciplinari in ambito scolastico, ed ha visto come relatore il dirigente tecnico del Miur, Antonello Giannelli.
Quindi Associazione nazionale presidi in sintonia perfetta con Renzi, per quanto riguarda la riforma della scuola. Questa sintonia si sostanzia nel disegnare una scuola assolutamente verticistica, dove la sanzione disciplinare servirà ad educare gli insegnanti al rispetto delle regole della scuola, dove l’abolizione delle norme contrattuali e del sistema delle graduatorie sono assolutamente necessarie.
D’altronde norme contrattuali e graduatorie d’istituto di ogni genere, non sono mai state ben digerite dai dirigenti scolastici, che preferirebbero non sottostare ai patti contrattuali, ed avere le mani libere per risolvere i problemi.
Renzi ritiene il sistema delle graduatorie molto burocratico e quindi punta ad eliminarlo, eliminando anche il continuo contenzioso che si genera quando viene fatta una graduatoria.
Uno degli obiettivi delle riforma della scuola è quello di mettere in archivio anche il sistema dei patti contrattuali e di eliminare le ormai inutili Rsu.
Tutte le scelte saranno prese dal dirigente scolastico, che sarà sempre più libero da quei lacci e lacciuoli creati dalle varie norme contrattuali. Quando Renzi dice che la scuola in mano ai sindacati non funziona, si riferisce proprio alle norme contrattuali e ai diritti di graduatoria.
Eliminando i contratti e superando le rigidità delle graduatorie, secondo l’opinione di Renzi, la scuola funzionerà meglio.
Questo modello di scuola, fortemente autoritario e senza i necessari contrappesi, farà della scuola una zona franca per i dirigenti scolastici, che non dovranno essere più succubi o condizionabili da quelle norme contrattuali e da quei diritti di graduatoria.
E se dopo questi poteri assegnati ai capi di istituto, la scuola non dovesse dare risultati migliorativi, come è molto probabile che avvenga, forse qualche mente illuminata incomincerà a pensare che i nostri dirigenti scolastici non sono forse tutti all’altezza del loro ruolo?