Dobbiamo, purtroppo, tornare su un argomento che sta assumendo proporzioni davvero incresciose per lo svolgimento della professione docente, ossia l’ingerenza fastidiosa e dannosa dei genitori nella valutazione degli insegnanti.
Hanno perfettamente ragione lo psichiatra Paolo Crepet e il filosofo Umberto Galimberti quando puntano il dito feroce contro i genitori, i quali già dalle valutazioni espresse addirittura nel primo mese dell’anno scolastico hanno da recriminare mettendo in discussione l’operato del docente che vorrebbe lavorare serenamente.
I genitori devono capire che la valutazione è un aspetto legato strettamente al processo formativo dell’alunno e, quindi, non può in alcun modo essere “dopata” per rispondere ai desiderata e alle aspettative di genitori e alunni, quasi certamente più dei primi che dei secondi.
Ribadisco che i due ruoli di genitore e di docente devono essere nettamente separati e gli uni non devono interferire sull’operato degli altri. I docenti non dicono affatto ai genitori come devono educare perché questo aspetto rientra nelle loro competenze, né tantomeno i genitori devono intromettersi nel lavoro degli insegnanti altrimenti si vengono a creare dinamiche pedagogiche poco piacevoli.
La valutazione è un momento fondamentale dell’attività didattica che spetta soltanto ai docenti e non deve in alcun modo “essere disturbata” da ingerenze altrui che non afferiscono al sistema scolastico.
Crepet e Galimberti quotidianamente si occupano di questo tema che, dobbiamo dirla tutta, sta rovinando la scuola e mettendo a dura prova il lavoro dei docenti sempre più sottoposto a continue pressioni.
Mario Bocola