Che tanta tv facesse male ai bambini lo sapevano, si potrebbe dire con un gioco di parole, anche gli stessi bambini: ora però, quella che sembrava una frase fatta si è trasformata in un dato dimostrato scientificamente. A darne notizia è il team di Elizabeth Vandewater dell’Università del Texas-Austin and Harvard Children’s Hospital, che nei mesi scorsi ha condotto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Pediatrics: secondo i ricercatori i piccoli “video-dipendenti” passerebbero sempre meno tempo con i genitori, non socializzerebbero con i coetanei, trascurerebbero i compiti di scuola e sarebbero meno predisposti ai giochi creativi. E i risultati si aggiungono a quelli dell’Aap (American Academy of Pediatrics), secondo cui fino ai due anni di età la televisione dovrebbe essere considerata un vero tabù. E successivamente sostengono i ricercatori dell’ Aap, andrebbe vista al massimo due ore al giorno. Esaminando la giornata-tipo di 2.900 bimbi americani under 12, gli esperti assicurano che “razionare” i minuti davanti al piccolo schermo è ancora più opportuno fra i nove e i 12 anni di età: un periodo in cui è maggiore il rischio di preferire la tv alla vita in famiglia. Un po’ a sorpresa, invece, gli studiosi ritengono che cartoni animati e telefilm non favoriscano più di tanto la sedentarietà e i chili di troppo: sovrappeso e obesità infantile o adolescenziale non sarebbero quindi legati ad una visione eccessiva di tv, quanto piuttosto ai messaggi consumistici diffusi attraverso il video.
“Adesso sappiamo – ha detto Vandewater, responsabile dell’ultima ricerca – che il tempo passato dai bimbi davanti alla tv è inversamente proporzionale a quello trascorso insieme ai genitori, soprattutto tra i piccoli dai nove ai 12 anni”. I ricercatori, durante lo studio, hanno considerato una giornata a caso durante la settimana e un giorno qualunque del weekend, analizzando con precisione come i bambini del campione trascorrevano le 24 ore. Quindi hanno confrontato il tempo speso di fronte al piccolo schermo con quello passato a fare i compiti, a leggere, a dedicarsi a giochi creativi o attivi e a interagire con genitori e compagni. I risultano sono stati implacabili: più aumentavano le ore di tv e più diminuivano quelle destinate al dovere scolastico, ai giochi creativi e agli amici. Al contrario, le attività ricreative più tradizionali, come la lettura e l’attività all’aperto, non venivano condizionate.