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Troppe classi al freddo e senza lezioni, si rischia il reato d’interruzione di pubblico servizio

L’ondata di gelo continua ad affliggere l’Italia. E le scuole: martedì 10 gennaio in diversi istituti, soprattutto di Puglia e Abruzzo, ancora lezioni sospese.

Ma anche negli istituti dove gli allievi sono tornati in classe, l’elemento caratterizzante è stato quasi dappertutto il freddo.

Rimangono davvero tante le scuole pubbliche dove i riscaldamenti risultano fuori uso o funzionano a regime ridotto, con gli alunni costretti a seguire la didattica rimanendo col cappotto o il piumino addosso.

Ora, del caso potrebbero occuparsene anche i tribunali. A Roma, il Codacons ha infatti annunciato che presenterà un esposto in Procura chiedendo di indagare per il reato di interruzione di pubblico servizio e chiede al sindaco, Virginia Raggi, di risarcire le famiglie per i disagi e i danni subiti in conseguenza delle scuole fredde.

Sempre a Roma, in diversi istituti superiori (Galilei, Giulio Cesare, Tasso, Righi) molti ragazzi non sono entrati perché ci sono ancora temperature glaciali o problemi con le condutture idriche.

Al Pascal di Pomezia, a pochi chilometri dalla capitale, gli studenti si sono addirittura portati una stufetta da casa, a dimostrazione che i riscaldamenti scolastici non erano sufficienti.

E la situazione non è affatto “ingigantita” dai soliti scontenti, visto che anche l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio ha inviato una circolare ai dirigenti scolastici, chiedendo loro di segnalare, entro le ore 11.00 dell’11 gennaio, “in maniera urgente il numero degli istituti scolastici con malfunzionamenti riscontrati dovuti a carenze strutturali”, ferma restando “la competenza istituzionale degli enti locali” sulla materia.  

 

 

L’obiettivo dell’Usr laziale, guidato dal direttore generale Gildo De Angelis, è infatti quello di realizzare una sorta di censimento dei disguidi sul fronte dei riscaldamenti scolastici della regione.

Ma in tribunale vuole andare anche la preside del liceo artistico ‘Petrocchi’ di Pistoia, Elisabetta Pastacaldi. “Mi rivolgerò ad un avvocato, perché questo è un attentato al diritto allo studio” ha detto dopo che ieri, al rientro dalle vacanze natalizie, studenti e insegnanti hanno trovato la scuola senza riscaldamento perché la caldaia era andata in blocco. Non solo”. 

“La nostra – spiega la preside – è una scuola sfortunata perché appena piove, siccome il tetto è da rifare, viene dichiarata inagibile. Adesso siamo pure al freddo, nonostante avessimo chiesto di accendere il riscaldamento, viste le temperature, almeno due giorni prima della riapertura. Proprio stamani – ha denunciato Pastacaldi – ci hanno comunicato che la sede storica è pure invasa dai topi”: sembra proprio che si rivolgerà ad un legale.

Ad Agropoli (Salerno), nel Cilento, gli studenti del liceo scientifico e classico “Alfonso Gatto”, in segno di protesta hanno deciso di disertare le lezioni. “Nei corridoi della scuola abbiamo registrato la temperatura di 7 gradi con un termometro professionale. Nelle aule – spiega il rappresentante d’istituto degli alunni, Gabriele Panariello – la temperatura era di 9 gradi”.

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Studenti in fuga pure in Liguria. Una quarantina di alunni della succursale del Liceo Artistico di Imperia Oneglia, minaccia di non entrare in classe, domattina, se le aule saranno ancora fredde. Oggi hanno seguito le lezioni con i cappotti, ma domani non hanno intenzione di fare il bis. Senza contare – denunciano – che c’è una classe con una finestra rotta da due mesi e riparata con un sacchetto di plastica, di quelli utilizzati per la spazzatura, al posto del vetro.

A Firenze, al liceo linguistico Pascoli, stamani per un guasto all’impianto di riscaldamento (che ora è stato riparato), le lezioni sono state interrotte e gli alunni rimandati a casa. Il consigliere delegato della rete scolastica Giampiero Mongatti ha comunque annunciato che da oggi gli impianti di riscaldamento resteranno accesi 24 ore su 24 nelle 70 scuole di competenza della Città metropolitana.

La morsa del freddo ha colpito anche il liceo scientifico ‘Torquato Taramelli’ di Pavia, dove 700 studenti sono rimasti a casa, sempre martedì 10 gennaio, perchè, per il secondo giorno, le aule erano al freddo a causa di una caldaia rotta già prima delle vacanze natalizie.

Il preside Dario Codegoni aveva segnalato alla Provincia (l’ente competente) con ripetute e-mail inviate dal 23 dicembre al 1° gennaio, il guasto, ricevendo risposta soltanto il 3 gennaio.

Al rientro delle vacanze, il guasto quindi non era ancora stato riparato, ma gli studenti hanno resistito ugualmente al freddo. Poi, però, il giorno dopo ha deciso di non andare a scuola e il preside ha già annunciato che la loro assenza sarà giustificata. Non quella del tecnico della caldaia.

Alessandro Giuliani

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