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Troppe differenze fra Nord e Sud, e fra scuola e scuola

Sono stati resi noti dall’Invalsi i primi dati relativi alla rilevazione degli apprendimenti nelle classi seconde e quinte della scuola primaria e nella classe prima della secondaria di primo grado.
Il primo rapporto di sintesi si basa sugli esiti della rilevazione effettuata i 6mila classi campione e riguarda complessivamente 125mila studenti.
In questa circostanza l’Invalsi non ha rilevato i cosiddetti “comportamenti opportunistici” che sono stati invece rilevati in altri casi (soprattutto nelle prove dell’esame finale del I ciclo) e che, in sostanza, stanno ad indicare “aiuti” rivolti agli studenti da parte degli insegnanti, somministrazione scorretta o comunque modalità tese a falsare in qualche misura gli esiti della prova.
Ma va precisato che, nelle classi campione, erano presenti anche osservatori esterni che avevano proprio il compito di controllare la correttezza dell’intera procedura.
Per il resto gli esiti confermano dati ormai ampiamente noti: i punteggi conseguiti dagli studenti del Nord sono sistematicamente più elevati di quelli dei loro compagni del Sud.
L’Invalsi parla anzi di “molti Sud”, perché in realtà i risultati nelle diverse regioni meridionali e insulari non sono affatto omogenei fra di loro.
Il dato più allarmante riguarda però la variabilità degli esiti da scuola a scuola; osservano in proposito i ricercatori dell’Invalsi: “La variabilità complessiva dei punteggi dovuta alle differenze tra le scuole, che è un indicatore dell’equità del sistema scolastico, è sistematicamente più alta nelle due macro-aree del Sud rispetto alle regioni del Centro e soprattutto del Nord”.
C’è però da dire che tale variabilità diminuisce sistematicamente nel corso della scuola primaria, in tutte le aree geografiche, ma riprende ad aumentare nella secondaria di primo grado.
In altre parole questo significa che la scuola primaria riesce ancora, in qualche misura, a contenere, se non a ridurre, lo svantaggio culturale ed ambientale, mentre al contrario la secondaria di primo grado lo amplifica oltre misura.
La conclusione alla quale arriva l’Invalsi è davvero poco confortante: “Questi dati, globalmente considerati, indicano una forte divergenza dei livelli di apprendimento: i risultati nelle diverse aree geografiche del Paese sono differenti, tendono a evolvere in modo divergente e sono sempre più dipendenti dalla scuola frequentata, nel Sud più che nel Nord”.
Il nostro sistema di istruzione, insomma, non sembra particolarmente equo e c’è da chiedersi quale sarà l’impatto che su di esso avrà il federalismo scolastico. E’ difficile, però, credere che le differenze possano aumentare ancora.

Reginaldo Palermo

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