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Troppe scuole affidate a reggenti: Miur e sindacati facciano mea culpa

Un anno scolastico volge al termine ed ANCODIS vuol porre l’attenzione al prossimo con una amara constatazione: ancora un anno sprecato per la scuola italiana in relazione al grave problema delle scuole affidate a reggenza!

Esattamente un anno fa ponevamo il tema delle reggenze ed – oggi – corre l’obbligo di riproporlo alle Istituzioni (MIUR), agli operatori scolastici, ai genitori.

Cosa è successo in questo anno scolastico di nuovo? NULLA!

Assolutamente nessun passo avanti concreto se non l’indizione del corso-concorso tanto atteso dal 2011 ma ancora alla fase del bando. Anzi è notizia di questi giorni, che la prova preselettiva si svolgerà il 23 luglio 2018 (in piena estate e dopo la conclusione degli Esami di Stato), con buona pace dei candidati – stanchi fisicamente e psicologicamente – che tanta fiducia hanno riposto nel concorso!

Le Istituzioni scolastiche restano – per la quotidiana e complessa gestione – nell’incertezza dei tempi senza un DS titolare in grado di essere guida sicura in un mare sempre più tempestoso.

Il messaggio che arriva dal MIUR è semplicemente questo: continuate ad andare avanti con un DS reggente che sarà senz’altro in grado di sostenere gli impegni e le responsabilità di un’altra I.S. oltre a quella già affidata (chi ci crede? amara constatazione…).

Fino all’a.s. 2006-2007, se una I.S. rimaneva senza DS, si poteva nominare un preside incaricato che – a pieno titolo – ne assumeva una titolarità annuale; con il decreto legge n. 7/2005 convertito dalla legge n. 43/2005  Art. 1-sexies è stato abolito l’incarico di presidenza (ancora oggi però utilizzato!) ed un accordo politico tra governo e OO.SS. Area dirigenziale (art. 19 comma 1 lettera b CCNL AREA V), ha contrattualizzato l’istituto della reggenza che invece era stato pensato per la sostituzione di DS assenti per brevi periodi e non certamente per un intero a.s./diversi anni scolastici (amara constatazione…).

Deve essere chiaro a tutti che questa operazione aveva un solo scopo: consentire allo Stato – con il consenso dei sindacati firmatari – un notevole risparmio a danno di una proficua ed adeguata gestione di una scuola.

La ragione economica e la ragione di Stato hanno prevalso sull’interesse del personale scolastico, degli alunni e delle famiglie ad avere un Dirigente scolastico a tempo pieno; uno Stato che dichiara di avere tra le sue priorità la SCUOLA pubblica, laica e moderna e che, invece, mette in crisi la sua governance creando tensioni e criticità sia nella scuola di titolarità che in quella affidata a reggenza!  Ipocrisia di Stato si potrebbe definire!

Proviamo, dunque, a fare il punto sulla situazione:

  • le scuole affidate a reggenza (sottodimensionate e normodimensionate) in questo a.s. sono ben 1748 (fonte ANP). In queste condizioni, la metà delle scuole italiane ha avuto un dirigente scolastico responsabile di almeno due scuole (con quanti plessi? In quanti comuni?);
  • in considerazione dei prossimi pensionamenti/aspettative/altri incarichi (utilizzati all’estero, distaccati al MIUR o negli URS con incarichi temporanei di dirigente tecnico o amministrativo, con esonero parlamentare, amministrativo o sindacale) la previsione è che per il prossimo a.s. le scuole senza DS arriveranno a circa 2500 (fonte UDIR);
  • per rappresentare in modo sicuramente parziale il fenomeno si riportano i dati relativi al numero delle reggenze in alcune regioni nell’a.s. 2017-2018 (fonte ANCODIS):

Piemonte 167

Lombardia 242

Friuli Venezia Giulia 61

Emilia Romagna 173

Lazio 147

Campania 59

Calabria 80

Sardegna 59

Sicilia 116

Di fronte a questo quadro certamente non edificante per il MIUR e per l’intero sistema scolastico italiano, non sono previste operazioni di immissione in ruolo con relativa assegnazione di sede prima del 31/08/2018 a seguito del mancato espletamento delle procedure concorsuali (che riteniamo non saranno concluse entro l’A.S. 2019-2020).

Pertanto, non resta che aspettare l’annuale e tanto attesa Circolare (agostana) per il conferimento degli incarichi di reggenza per l’A.S. 2018-2019 su tutti i posti rimasti disponibili dopo le operazioni di mobilità e sui posti relativi a scuole sottodimensionate ai sensi dell’art. 19 comma 5 della Legge 111/2011 (comma modificato dall’art. 4, comma 69, legge n. 183 del 2011, poi dall’art. 12, comma 1, legge n. 128 del 2013) che proverà ancora per un altro anno scolastico a mettere in tante I.S. una toppa inadeguata ad un buco gigantesco.

E si aprirà l’ennesima discussione da parte dei sindacati ed associazioni di categoria sulla grave situazione senza che NESSUNO tra il MIUR e le OO.SS. faccia un pubblico mea culpa sulle ragioni che hanno portato a questa insostenibile e disastrata condizione della scuola italiana.

I Collaboratori dei DS – che vivono quotidianamente la faticosa gestione delle scuole con DS titolare ed in reggenza – denunciano questa condizione divenuta ormai non più sostenibile né accettabile per un paese moderno che guarda all’Europa ma che mette in campo scelte politiche che lo allontanano dall’Europa!

ANCODIS vuole evidenziare che la condizione di criticità in cui versa la scuola italiana pubblica è anche dovuta a questa precarietà che ovviamente – in un sistema complesso e delicato – rende confusa la vision e debole la mission di ciascuna istituzione scolastica affidata a reggenza (possiamo immaginare tutto questo in una scuola NON statale?).

Non possiamo ignorarne le gravi conseguenze: demotivazioni nel personale, criticità nella gestione e nella organizzazione, insoddisfazione nei genitori cui viene meno il riferimento dirigenziale, indebolimento del profilo didattico ed educativo, perdita di identità nelle relazioni con le altre Istituzioni.

In questa triste ed amara realtà, a baluardo dell’identità costruita faticosamente anno per anno restano i docenti collaboratori del ds che assumono oneri e responsabilità nell’interesse della propria scuola senza alcun riconoscimento giuridico e con responsabilità certamente non indifferenti.

Occorre trovare delle soluzioni tempestive ed adeguate per dare risposte a quanti rivendicano il diritto ad avere una scuola guidata con competenza e professionalità in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali ancora in fase iniziale.

ANCODIS, dunque, propone al nuovo governo ed al futuro Ministro tre urgenti interventi legislativi attraverso un Decreto Legge:

  1. Riconoscimento giuridico dei Collaboratori dei DS e, tra di essi, di coloro che svolgono il ruolo di Primo collaboratore con funzioni vicarie (ex vicepreside). Lo sanno bene al MIUR che il “vicario” svolge di fatto, con l’istituto della delega, ruoli apicali in molti settori della vita scolastica, sostituendo il dirigente in caso di assenza (ferie in corso di anno ed estive) o impedimento. In queste circostanze, le scuole vengono affidate dai DS ai loro vicari che ne assumono la responsabilità in ordine a quanto programmato unitamente all’onere di gestire ogni circostanza NON prevista o ogni situazione emergenziale.

Per non dimenticare il problema relativo ai tanti DS prossimi al pensionamento (al 31/8/2018 circa 500) che per fruire delle ferie hanno già di fatto programmato lunghe assenze dal servizio affidando la scuola ai loro collaboratori.

Per queste ragioni – deve essere chiaro – il vicario spesso NON fruisce del proprio periodo di ferie.  Ed il MIUR e OO.SS. non lo vogliono ufficialmente riconoscere!

  1. Ripristinare in TUTTE le scuole l’esonero per il Collaboratore cui il DS affida compiti di sostituzione in caso di assenza o impedimento, indipendentemente dalla materia di insegnamento/ordine di scuola e dall’organico dell’autonomia. I Vicepresidi oggi sono spesso impegnati in attività di docenza: rivendicano, pertanto, la necessità del distaccamento per lavorare a tempo pieno nell’attività di collaborazione dei DS titolari e reggenti. Il DS delega loro compiti e funzioni che però non possono esercitare pienamente se impegnati anche in attività didattiche. In questo modo molti DS si trovano in condizione di non avere un Collaboratore a tempo pieno che possa svolgere la funzione conferita e devono fare a meno di un collaboratore che assuma a tempo pieno deleghe e carichi di lavoro.
  2. Assegnare l’incarico di presidenza al Collaboratore di cui al punto a (ai sensi dell’O.M. 39/2004), finalizzato alla gestione temporanea delle scuole in reggenza fino all’insediamento del DS titolare. Si tratta di docenti che negli anni hanno certamente dimostrato competenza e professionalità (basta chiedere ai loro DS!) e che chiedono semplicemente di essere valorizzati nella governance della loro scuola.

Su questo punto è il caso di ricordare che il Miur ha diramato in questi giorni la Direttiva n. 281/2018 relativa agli incarichi di presidenza nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado per l’anno scolastico 2018/2019 precisando che non sono più conferiti incarichi di presidenza, eccetto i casi di conferma degli incarichi già conferiti.

Riteniamo necessario su quest’ultimo aspetto pensare ad un provvedimento d’urgenza che non lasci le scuole affidate alle reggenze: piuttosto, è opportuno ripensare al provvedimento di incarico non affidandolo più a docenti senza esperienza gestionale ma esclusivamente ai Collaboratori purchè abbiano un’esperienza certificata di almeno 36 mesi di servizio.

Sarebbe un riconoscimento al Collaboratore vicario per una fase limitata e transitoria e si darebbe alle scuole la possibilità di avere una guida a partire dal primo giorno del prossimo anno scolastico: molti Collaboratori, infatti, ricoprono questo ruolo da diversi anni, sono la memoria storica di una I.S., hanno sviluppato adeguate professionalità e capacità di organizzazione e gestione nella collaborazione con i loro DS.

Sarebbe, inoltre, un modo per investire sulle risorse esistenti e garantire una guida efficace ad ogni istituzione scolastica che non è più possibile garantire con le reggenze!

Proponiamo anche di monitorare periodicamente il lavoro del Collaboratore incaricato e di valutarne il servizio al termine dell’a.s. per l’eventuale riconferma nell’incarico nell’anno successivo ove permanessero le condizioni di reggenza.

Per tale incarico l’Amministrazione deve prevedere soltanto il costo relativo all’indennità di posizione: si avrebbe un risparmio sul costo della reggenza ed un conseguente minore aggravio dal FIS della scuola ogni anno sempre più esiguo.

Sono soluzioni che riteniamo coerenti ad un bisogno di governance, che tiene conto dei necessari presupposti di conoscenza delle dinamiche interne specifiche di ogni i.s. e delle criticità superate e da affrontare, di una riconquistata credibilità ed affidabilità nei confronti di docenti e famiglie, di una riduzione di oneri di lavoro a carico di DS reggenti che – è risaputo a chi vive la scuola – fanno comunque grande affidamento nei loro Collaboratori.

Siamo pronti a discutere soluzioni concrete, sostenibili, capaci di dare risposte ad urgenti necessità e contemporaneamente vogliamo dire a tutti: NOI CI SIAMO!

Nel frattempo – preso atto che sulla base della Direttiva n. 281 del 2018 verranno conferiti incarichi di presidenza ad un numero molto residuale di docenti ed in considerazione dell’art. 4 comma 1 – inviteremo tutti i nostri iscritti ed i restanti collaboratori a presentare agli UU.SS.RR. apposita istanza per il conferimento dell’incarico, impugnando in ogni sede competente sia il testo della Direttiva sia i singoli provvedimenti di esclusione per disparità di trattamento e per contrarietà manifesta alle esigenze di buon andamento della Pubblica Amministrazione.

I Collaboratori sono pronti ad assumere impegni a favore delle loro I.S.: mettiamoli in condizione di farlo e di dimostrare la loro professionalità riconoscendo capacità ad assumere responsabilità e competenze conseguite.

Rosolino Cicero (presidente Ancodis Palermo)

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