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Troppi bocciati: una scuola di New York licenzia in massa prof, educatori e assistenti

È una notizia che non può passare inosservata quella che giunge da una scuola privata di New York, il “Central Falls High School di Rhode Island”, dove le conseguenze di numero troppo elevato di bocciature degli studenti, protratto negli anni, hanno provocato una a dir poco discutibile decisione da parte della direzione. Il risultato è stato infatti devastante: 93 lavoratori dell’istituto, 74 insegnanti più educatori, assistenti, lettori e psicologi, sono stati ritenuti responsabile della debacle generalizzata di risultati scadenti tra gli studenti e quindi licenziati in massa. “La resa scolastica degli studenti è troppo scarsa – hanno spiegato i dirigenti dell’istituto attraverso una nota ufficiale – e la colpa non può che essere dei professori”.
La decisione è stata ratificata il 25 febbraio dal Consiglio di amministrazione della scuola attraverso 5 voti a favore al licenziamento di oltre la metà del personale in servizio, contro due sfavorevoli. Fuori della scuola, intanto, si levavano inutilmente le proteste – con tanto di cartelli e striscioni – organizzate dai lavoratori, dei loro familiari e dai sindacalisti. Inutile, a tal proposito, anche il messaggio di sostegno della Federazione insegnanti americani, che conta 1.400 iscritti, recapitato personalmente da Mark Bostic, rappresentante dell’associazione: “Faremo di tutto – ha spiegato – finché non sia ristabilita giustizia“.
L’azione decisa dell’istituto ha invece ricevuto il plauso di Washington: tanto che il segretario per l’Educazione, Arne Duncan, ha lodato i dirigenti per “il coraggio mostrato e per aver scelto la cosa giusta nell’interesse dei ragazzi“. Del resto il presidente
Barack Obama aveva promesso che il suo mandato sarebbe stato caratterizzato su un forte investimento sull’istruzione. Ed è stato di parola, visto che nel volgere di pochi mesi oltre mille miliardi di dollari sono stati investiti tra innovazione dei distretti scolastici e dei loro partenariati con il no-profit; sono arrivati anche incentivi per gli insegnanti, soprattutto per chi migliora le performance dei discenti ma anche per chi opera con studenti svantaggiati o disabili, ed i cosiddetti “sistemi informativi longitudinali”, che permettono di misurare le competenze acquisite dagli studenti, dall’asilo fino all’università, in rapporto anche ai profili dei loro insegnanti e dei dirigenti scolastici. Un new deal che, evidentemente, sta ora dando i primi risultati: non sul fronte delle competenze degli alunni, che per vederle migliorate occorrerà probabilmente attendere diversi anni,  ma su quello della selezione del personale. Soprattutto quello alla dipendenze di istituti privati.
Alessandro Giuliani

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