I Timss, test internazionali svolti nel 2015 dagli alunni di terza media e di quarta elementare di mezzo mondo sugli apprendimenti in Matematica e Scienze ci dicono che troppi compiti a casa fanno male al rendimento scolastico degli alunni.
Ad esempio, la ricerca mostra come, per quanto riguarda la matematica, gli studenti italiani di terza media collezionano 494 punti in Matematica e 499 in Scienze, riporta La Repubblica.it.
Nello specifico, se si va a guardare il risultato in base alla quantità di compiti assegnati a casa, in termini di minuti di studio a settimana, è evidente che chi studia il pomeriggio da 45 minuti a 3 ore a settimana geometria e polinomi – pari al massimo a 25 minuti al giorno, domeniche comprese –il punteggio arriva a 502 punti. Invece, chi studia più delle tre ore settimanali il punteggio scende a 488 punti.
Discorso analogo anche per i compiti di Scienze: “l’effetto del ‘troppo studio’, che ovviamente va spiegato meglio con ulteriori approfondimenti mirati, è coerente con la raccomandazione che, come Invalsi, non ci stanchiamo mai di fare di ‘non esercitarsi eccessivamente sulle prove Invalsi’, perché, trattandosi di prove non nozionistiche, non ha senso incoraggiarne l’allenamento meccanico“, riferisce Paolo Mazzoli, direttore dell’Invalsi.
Lo stesso Mazzoli vede il quadro da una prospettiva più ampia: “credo di poter dire che lo stesso discorso vale anche nella didattica quotidiana della matematica, e cioè che, ad esempio, fare 10-20 esercizi simili sulle equazioni, o sulle equivalenze, rischia di risultare controproducente rispetto ad un auspicabile apprendimento duraturo e ben padroneggiato”. Anche “per le scienze, sempre riferendoci alla terza media, abbiamo ugualmente un aumento del punteggio degli alunni che studiano meno di tre ore a settimana (ma più di 45 minuti) ma la differenza non è statisticamente significativa“.
Il risultato dei test Timss viene confermato anche dai risultati delle scuole elementari, dove i nostri bambini di quarta elementare ottengono punteggi piuttosto elevati: 507 punti in Matematica e 516 in Scienze, con i risultati migliori, per quanto riguarda la Matematica, che arrivano dai bambini che studiano a casa da 31 a 120 minuti a settimana. Diverso invece il punteggio per quei bambini “costretti” ad un carico superiore di compiti e ad un tempo studio maggiore di 2 ore: 484 punti, ben 29 lunghezze in meno.
Addirittura in Scienze le cose vanno anche meglio: gli studenti ai quali le maestre non assegnano nessun compito a casa salgono addirittura a 544 punti. Un risultato che avvicinerebbe i bambini di quarta elementare nostrani alle posizioni di vertice della classifica mondiale, guidata da Singapore con 590 punti.
Sul tema abbiamo scritto altre volte, come nel caso dell’intervista Maurizio Parodi a La Tecnica della Scuola, fondatore del gruppo Basta compiti: “in moltissime classi a tempo pieno, dopo 8 ore di immobilità forzata, in aule più o meno anguste e sovraffollate, a bambini di 6 – 10 anni, si assegnano compiti tutti i giorni, nei week end e per le vacanze: un accanimento sconcertante che rasenta la crudeltà mentale”, afferma il preside Parodi che parla anche delle conseguenze negative: “I compiti non sono la sola causa dell’abbandono, ma di sicuro generano odio per la scuola, ripugnanza per la cultura, disgusto per il libro, con esiti, in termini di efficienza ed efficacia del “sistema” a dir poco imbarazzanti (i dati OCSE, tra gli altri, ne sono la penosa dimostrazione).
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