Troppi dissensi sull’addio al quinto superiore, Profumo “congela” il progetto
Non è bastato il consenso del suo staff e di alcuni esponenti politici. Per evitare l’impopolarità già a poche settimane dalla sua nomina, il ministro Profumo dell’Istruzione, Francesco Profumo, sembra aver messo in “cantina” il progetto di legge sulla riduzione di un anno dei cicli scolastici. Il numero uno del dicastero di viale Trastevere si è reso evidentemente conto che troppo alti sarebbero stati i rischi di incorrere in un giudizio negativo da parte dell’opinione pubblica, visto che gli 8 milioni di famiglie e un milione di dipendenti non avrebbero di certo bene accolto una notizia a cui nessuno risulta essere adeguatamente preparato.
Ma non solo. Dopo le critiche espresse dall’ex sottosegretario Mariangela Bastico, appartenente al Pd, decisamente alte sarebbero state anche le possibilità di creare imbarazzi in seno alla maggioranza che sostiene il Governo Monti. Per non parlare dei rapporti coi sindacati, tutti dichiaratisi contro la maturità a 17 anni, che lo stesso Profumo sta invece faticosamente cercando di rimbastire dopo le tensioni che hanno governato l’era Gelmini.
Meglio spostare l’attenzione, quindi, su altri questioni irrisolte. Come quella dell’organico funzionale: si tratta di un provvedimento che, al contrario della cancellazione del quinto superiore, addetti ai lavori e sindacati accoglierebbero a braccia aperte. Ad iniziare dai migliaia di soprannumerari. Che in questo modo si ritroverebbero per almeno tre anni una “ciambella di salvataggio” insperata. Ottenere la conferma dell’organico per un triennio, però, non sarà facile: serve l’ok del ministero dell’Economia. E visto il periodo di profonda recessione finanziaria, anche questo progetto rischia di fare la fine del primo.
Molte più possibilità di essere portati a termine, già attraverso il decreto legge sulle liberalizzazioni, che tanto sta facendo arrabbiare in questi giorni professionisti ed ordini professionali, sono invece alcuni provvedimenti pro-autonomia scolastica: ad iniziare dalla possibilità che ogni istituto avrà di utilizzare, al fine di attivare attività di recupero, corsi pomeridiani ed attività a sostegno della didattica curricolare, da affidare tramite organici di aspiranti allargati a più scuole. Confermata l’attenzione per l’edilizia scolastica, che per essere avviata su larga scala comporterà due novità: da una parte l’apertura ai privati, dall’altra si pensa ad abbandonare le strutture vecchie (costruite prima degli anni Settanta) e più a rischio (soprattutto in caso di sisma), con lo spostamento di studenti, docenti e personale in istituti dismessi, in passato destinati ad altri usi, che offrono molte più garanzie strutturali.