Gli insegnanti sono in maggioranza di sinistra. Questo è pacifico. Il problema è che molti di loro non lo tengono per sé ma lo esplicitano anche di fronte agli alunni. Alcuni docenti, addirittura fanno politica in classe, non rispettando una delle regole base della professione: l’imparzialità.
Secondo la sindaca leghista Anna Maria Cisint, nelle scuole di Monfalcone il fenomeno avrebbe assunto proporzioni non più tollerabili: sembra che critichino apertamente in classe le ordinanze della, già passata alle cronache per avere tolto dalla biblioteca comunale il Manifesto e Avvenire. “Così – scrive l’agenzia Ansa – la prima cittadina ha deciso una sorta di monitoraggio delle scuole attraverso il Garante per i diritti dell’infanzia e della adolescenza che raccoglierà le segnalazioni che per ora, da genitori e studenti, sono arrivate alla diretta interessata”.
Il Pd parla di “esperimenti di regime e schedatura” ma la sindaca nega. E ribatte, intervistata sempre dall’Ansa: “Egemonia di sinistra nelle scuole? Credo nelle scuole superiori ci sia senz’altro, non in tutte, ma la mia esperienza di sindaco e di mamma mi fa dire che il mondo della scuola così tanto neutrale non è. Non voglio parlare di cattivi maestri ma questa è una situazione che esiste”.
Anna Maria Cisint, che sta valutando un “ascolto riservato” per studenti e genitori (una modalità di azione davvero insolita per un primo cittadino). A decidere sarà il Garante diritti infanzia e adolescenza, che potrebbe raccogliere segnalazioni verificandone poi le conseguenze.
Per questi motivi, ha ascoltato il Garante, chidendo di verificare se esistono altri casi oltre a quelli da lei riferiti. Come quello di uno studente che sostiene di essere ‘bullizzato’ perché non organico al presunto sistema di sinistra. “Dobbiamo far sviluppare nei ragazzi spirito critico, io non voglio la politica nella scuola e non voglio liste di proscrizione” dei prof di sinistra.
Secondo la senatrice Tatjana Rojc (Pd), la sindaca “vuole dare una stretta alle libertà individuali e far sì che la Lega attui un controllo invasivo su società civile e vita quotidiana”.
La sindaca Cisint, oltre ad avere cancellato i quotidiani Il Manifesto e Avvenire da quelli fruibili nella Biblioteca comunale, ha fatto parlare di sé per avere in qualche modo anticipato il decreto Sicurezza, cancellando 936 stranieri dall’ Anagrafe del Comune nel 2018 perché non più residenti in città.
Sul tema della politica in classe si era espresso più volte, criticamente, anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini: già nel 2018, commentando l’assegnazione della traccia di un tema, da parte di una docente di lettere ad una classe quinta del liceo scientifico “Filolao” di Crotone, nel quale sarebbe stato fatto un parallelismo tra le leggi razziali del 1938 in Italia e il “recente decreto in discussione al Parlamento, che riguarda l’immigrazione” con al suo interno “delle istanze razziste”.
““Purtroppo – disse Salvini nell’occasione– rimangono alcuni insegnanti politicizzati che fanno il tifo per la sinistra”.
Qualche mese dopo, a seguito della sospensione per 15 giorni della professoressa di Palermo Rosa Maria Dell’Aria per “omesso controllo” su una ricerca svolta dai suoi studenti che hanno messo confronto le leggi razziali sempre con il “decreto sicurezza” di Salvini, lo stesso vicepremier, ministro del Lavoro e leader leghista, si augurò invece di incontrarla e vederla il prima possibile al lavoro dietro la cattedra.
L’incontro, assieme al ministro dell’Istruzione, si svolse il 23 maggio, a Palermo, in occasione delle cerimonie delle morti dei giudici Falcone e Borsellino.
Alla fine arriva l’annuncio del vice premier: “Il provvedimento punitivo sarà rivisto, la professoressa tornerà subito in classe e con lo stipendio – dice Salvini – è stare una richiesta mia e di Bussetti, che parlerà con il provveditore” .
Ad oggi, tuttavia, la sanzione, con il dimezzamento dello stipendio, non è stata ancora cancellata. E la professoressa Dell’Aria per chiedere giustizia è ricorsa alle vie legali.
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