Le pluriclassi nascono quando, non raggiungendo il numero minimo di 15 studenti richiesto, allora si uniscono alunni di diverse fasce di età in una unica classe. Per lo più questa operazione si avvia per evitare agli scolari, e a intere famiglie, di emigrare in un altro paese o in un altro plesso, impedendo così lo spopolamento di intere aree montane soprattutto.
L’argomento, che oggettivamente è delicato da un punto di vista didattico, è ripreso dal Sole 24 Ore che riporta l’esempio di una scuola del vicentino costretta a implementare una pluriclasse proprio per assenza di alunni.
In Italia sarebbero tuttavia un migliaio le pluriclassi create per non impoverire aree già a rischio di spopolamento: se c’è la una scuola vicina è più facile che le famiglie restino.
Secondo Indire “la pluriclasse con un numero esiguo di alunni (8/12) è una ricchezza dal punto di vista dell’apprendimento, perché tutti gli alunni possono essere seguiti in modo quasi personalizzato ed individuale.
Vi è la possibilità infatti di colmare in breve tempo eventuali lacune in itinere, grazie a continue attività di recupero e potenziamento. È un ambiente ottimale anche per alunni che presentano difficoltà di apprendimento, poiché sono stimolati e coinvolti in attività di gruppo, di laboratorio e vengono soprattutto valorizzate le loro potenzialità. Sanno gestire il proprio tempo, il proprio materiale, sanno rispettare il proprio turno e quello degli altri, collaborano, organizzano i lavori di gruppo e risolvono problemi e dinamiche in modo costruttivo. Fondandosi sul modello “peer to peer” fa sì, inoltre, che l’allievo più grande possa diventare un supporto educativo e formativo a quello più piccolo.
Come funziona da un punto di vista pratico? “La lezione si svolge così: il docente si dedica per metà tempo a una classe spiegando o interrogando, l’altra classe svolge esercizi, verifiche scritte o attività individuali. Poi, il docente passa a lavorare con l’altro gruppo. La classe che lavora da sola può sfruttare il peer tutoring o il cooperative learning nel controllare le attività assegnate e nel confrontarne i risultati ottenuti. Questa metodologia permette, ad esempio, di accorciare i tempi di controllo e correzione da parte dell’insegnante, dando fiducia e chiedendo responsabilità agli alunni”.
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