Secondo l’Istat nel 2020, sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7% del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%). Dopo il miglioramento del 2019, nell’anno della pandemia la povertà assoluta aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005.
E questo si è constatato nel momento in cui sono stati evidenziati, con l’implementazione forzosa della Didattica a distanza, le gravi difficoltà in cui molte famiglie versavano per mancanza di strumenti tecnologici, di connessione a internet, di spazi da offrire ai figli per svolgere le lezioni via web.
La povertà, come è noto, ha acuito vigliaccamente le differenze sociali a scuola, la fruizione della cultura, le disparità tra gli alunni e l’agonia perniciosa delle pari opportunità.
Dati ormai noti e dibattuti ampiamente. Meno noto è quanto viene pubblicato dalla agenzie in queste ore e cioè che i ricchi italiani diventano sempre più ricchi e non per semplice intuito o percezione, ma con certificazione questa volta dell’Autorità bancaria europea (Eba).
Nel 2019, i compensi degli ‘high earners’, i dirigenti che hanno ricevuto compensi superiori al milione di euro, sono aumentati del 17%, da 206 a 241, spartendosi una torta complessiva da 419 milioni di euro.
Cosa si possa fare con 419 milioni di euro per combattere la povertà o investirli sulla scuola, non sappiamo, ma, a occhio e croce, tantissimo. E tantissimo pure per la cultura.
Ma il dato dell’Autorità bancaria è ancora più inquietante di quanto si possa pensare relativamente al nostro martoriato Paese.
Infatti, nella Ue i milionari, scrive l’Eba, sono rimasti “sostanzialmente stabili”, tranne che in Italia dove l’aumento dei banchieri ‘a sei zeri’ è il più consistente registrato tra i grandi Paesi europei.
Sicuramente costoro, oltre a essere contrari alla tassa “patrimoniale”, premono affinché eventuali altri introiti per la Nazione, che si stanno profilando all’orizzonte del Recovery Plan, non prendano strade sbagliate.