Uno studente liceale su quattro a Roma è stato rimandato ma è difficile trovare professori per le ripetizioni.E i corsi di recupero? Quelli che ogni scuola è obbligata ad attivare per venire incontro agli alunni e alla famiglia?
Mancano i soldi e dunque molte scuole si sono attrezzate alla meglio, mettendo a disposizione dei rimandati poche ore o addirittura chiudendo qualsiasi possibilità.
«Solo il 15% delle scuole romane – scrive Il Messaggero, riportando anche le riflessioni dell’Associazione nazionale presidi- è riuscito a garantire tutte le ore di recupero mentre moltissime le famiglie hanno pagato i corsi di tasca propria e in nero, appellandosi a insegnanti privati»: professori in pensione, precari storici o neo laureati.
Nella Capitale -riporta il quotidiano facendo riferimento ai dati Miur -sono 101.105 gli studenti iscritti alle classi dalla prima alla quarta di un istituto superiore (licei e istituti tecnico-professionali). Di questi, il 22,6% è stato rimandato in una o più materie. Parliamo di ben 22.849 ragazzi che dovranno ora sostenere una verifica per poter accedere alla classe successiva senza essere costretti – come avviene nel gioco dell’oca – a tornare indietro e ripartire da capo. La parte più considerevole – il 24,4% (5.575 giovani) – ha concluso a giugno il primo anno.
«Dal prossimo 28 agosto e fino a fine mese – spiega una preside al quotidiano – faremo le verifiche per i ragazzi che hanno conseguito un debito formativo, abbiamo attivato 4 corsi di recupero tra giugno e luglio per un totale di 40 ore di lezione extra, molti professori devono ancora essere pagati ma non si sono tirati indietro».
E lo stesso è accaduto in altri Licei: «Sei corsi di recupero e le prove fissate nella prima settimana di settembre», ma per ogni scuola virtuosa c’è anche quella che il corso lo ha ridotto a poche ore per ragioni puramente finanziarie o per l’assenza di personale.
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